Gli obiettivi e le attività dell’associazione presentati nell’ultima assemblea. Si punta ad affermare gli “elementi identitari comuni” dei Centri di servizio e a renderli sempre più efficaci per lo sviluppo del volontariato.
Al via tra pochi mesi una campagna di comunicazione
Ancorata agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, aperta all’Europa, improntata all’innovazione tecnologica. È la programmazione di CSVnet per l’anno in corso, approvata sabato scorso a Roma dall’assemblea dei Centri di servizio per il volontariato italiani.
Un passaggio per nulla rituale, perché attraverso questo documento l’associazione espone i contenuti su cui ha scelto di lavorare e soprattutto gli obiettivi della propria azione. Che sono essenzialmente quattro.
Il primo è il rafforzamento della rete dei Csv quale “sistema nazionale”, dentro una cornice condivisa di “elementi identitari comuni”. Le attività illustrate nel documento, presentato dalla vice presidente Chiara Tommasini, richiamano costantemente “un livello superiore” attraverso cui ogni Csv – pur mantenendo una storia e una propria riconoscibilità – “fa sintesi del proprio ruolo e aumenta nel contempo la sua importanza sul territorio”. Va ad esempio in questa direzione la campagna triennale di comunicazione presentata in assemblea, che comincerà a prendere forma nei prossimi mesi: una campagna volta ad aumentare nel primo anno la visibilità della rete dei centri presso l’opinione pubblica attraverso un’immagine definita e coerente in tutta Italia. Uno sforzo rilevante, sulle cui implicazioni ideali si cercherà anche di attivare un dibattito pubblico con le varie espressioni associative del volontariato.
Il secondo obiettivo è consolidare l’autorevolezza della rete come “riferimento nazionale” sul volontariato e come “componente fondamentale del terzo settore”. Finalizzate a questo saranno il consolidamento dei rapporti con le istituzioni locali e nazionali, la realizzazione di studi e ricerche, la diffusione delle buone pratiche e conoscenze acquisite “sul campo”, nonché di tutte le attività utili a dimostrare come i Csv interpretano la centralità assegnata loro dalla riforma.
Il terzo obiettivo che CSVnet si pone è rendere continuamente disponibili gli scenari, i dati, le metodologie e le competenze, anche di respiro internazionale, attraverso cui i Csv possano “rispondere con efficacia ai cambiamenti e realizzare al meglio la loro programmazione sui territori”. In proposito il documento, oltre a un intenso piano di formazione continua (anche per i dirigenti), prevede tra l’altro la creazione di un Ufficio legislativo e giuridico sul terzo settore, il coordinamento delle aree di consulenza dei centri, la costituzione di un gruppo permanente di lavoro sull’innovazione tecnologica.
Il quarto obiettivo riguarda la rendicontazione e la trasparenza: “Aspirare ad essere sistema, – si legge nella programmazione, – implica anche l’uso di procedure che, in modo oggettivo, contribuiscano a dimostrare la sua utilità per i cittadini”. Avvalendosi delle conoscenze più avanzate sul tema, si punterà dunque a diffondere nella rete metodologie condivise per consentire a tutti di valutare e “rendersi conto” dell’attività dei centri.
Tra le altre azioni previste dalla programmazione 2020 – ognuna delle quali si connette ad uno o più dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile indicati dall’Onu – citiamo anche la presentazione della prima ricerca nazionale sul volontariato degli immigrati (aprile), la XX conferenza nazionale di CSVnet (Torino 25-28 giugno), iniziative sul ruolo delle pubbliche amministrazioni nel promuovere la cultura del volontariato (previsto dalla riforma del terzo settore), sul dono, sul servizio civile, sulla scuola ecc.
“Questo sarà l’anno in cui tirare le somme da diversi punti di vista, – ha affermato il presidente di CSVnet Stefano Tabò durante l’assemblea, – per decidere chi vorremo essere nei prossimi anni. Per questo la programmazione contiene un numero impressionante di attività, molte delle quali collocate in una prospettiva pluriennale. Ci è richiesto di operare con armonia, di evitare dispersioni, di usare linguaggi nuovi per farci capire da tutti. Ci sarà d’aiuto il fatto che in questa fase storica in Italia si sta tornando a parlare molto di volontariato: quella di Padova Capitale europea del volontariato 2020 sarà in tal senso un’occasione fondamentale per evidenziare e rilanciare anche il ruolo dei Csv”.
Scarica l’indice e la parte introduttiva della programmazione 2020 di CSVnet.