Perché il parto naturale dopo uno o più cesarei fa ancora paura? A questa domanda le associazioni “Acquamarina” ed “Innecesareo”, con il contributo del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, cercheranno di dare una risposta il prossimo sabato 5 marzo, in una tavola rotonda alla quale parteciperanno specialisti e mamme che hanno vissuto in prima persona l’esperienza del parto cesareo.
Contro le false credenze, che vedono le donne con un cesareo alle spalle destinate comunque all’intervento chirurgico, è intervenuta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nelle linee guida ha stabilito quanto il parto naturale sia meno rischioso rispetto al cesareo: sarà infatti il ginecologo Roberto Vigorito del “Fatebenefratelli” di Napoli a soffermarsi sull’importanza di recuperare la natura fisiologica del parto, che prepara il nascituro alla vita sicuramente meglio del taglio cesareo: gli interventi degli specialisti Nicola Bagetta e Andrea Gregorio Cosco del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio, di Domenico Crea dell’Ospedale di Lamezia Terme, di Vanda Covre della Casa del Parto di Caserta e dell’epidemiologo Michele Grandolfo, ex direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, daranno man forte a quella che ormai è divenuta una certezza anche dal punto di vista scientifico. E’ compito del personale medico rassicurare la donna che ha subìto un cesareo sull’opportunità di far ricorso al parto naturale, scongiurando così il rischio di complicazioni e dell’insorgere di un senso di fallimento insito nella donna alla quale viene tolta, senza che sia necessario, la possibilità di espletare una competenza innata.
A mediare i vari interventi, che avranno inizio alle 9 e continueranno nel pomeriggio, sempre alla biblioteca dell’ospedale Pugliese, saranno l’ostetrica Licia Aquino, presidente di “Acquamarina”; Francesca Alberti, presidente nazionale di “Innecesareo Onlus” e la giornalista Teresa Pittelli: l’intento è quello di avanzare la proposta di un protocollo ospedaliero per l’assistenza al parto naturale nei vari punti nascita della Calabria, che preveda innanzitutto la formazione adeguata del personale medico. C’è bisogno, infatti, di scardinare la mentalità che, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, ancora oggi vede il ricorso al cesareo come il metodo più pratico e veloce per dare alla luce un bambino.