Una data importante, quella del 30 settembre, per Fondazione Città Solidale Onlus. Una giornata interamente dedicata alla programmazione per il nuovo anno sociale, che parte ufficialmente il primo di ottobre.
La giornata di programmazione (ricca ed intensa) è tuttavia solo il momento conclusivo di un processo di studio ed elaborazione che è iniziato già dal mese di giugno, che si è articolato in tappe/fasi, in cui sono stati impegnati tutti gli operatori.
In questo anno, che ha visto un susseguirsi di iniziative rivolte agli ospiti ed al territorio con il tema centrale della Misericordia, così come voluto fortemente dal nostro Pontefice, si è consolidata ancora di più, nel Presidente padre Piero Puglisi ed in tutti gli operatori, la consapevolezza che bisogna volgere lo sguardo agli ultimi con spirito evangelico e con la massima professionalità.
Un lavoro che la Fondazione Città Solidale porta avanti quotidianamente, all’insegna del principio cristiano di amore autentico per il prossimo, che si fa solidarietà e si esprime nella passione verso il proprio lavoro, che non è più solo un lavoro.
Tutto ciò non può prescindere da un’apertura alla comunicazione autentica, che è in grado di accostarsi all’altro senza i filtri che a volte la società ci propone o ci impone.
Un pensiero che padre Piero ha ribadito più volte durante l’assemblea comunitaria: “Noi siamo tenuti a svolgere un ruolo delicatissimo all’interno della nostra società. Siamo innanzitutto degli educatori e per fare ciò non possiamo e non dobbiamo prescindere dal rendere la nostra azione educativa aperta alla comunicazione efficace, perché autentica e trasparente. La cura dei rapporti e delle relazioni umane tra ospiti e operatori, ma anche all’interno dell’equipe, deve essere il canale privilegiato per arrivare a comunicare con pienezza di intenti e di sentimenti laricchezza della vita .
In questa ottica e con questa prospettiva, dunque, tutte le strutture, ad oggi dieci, hanno programmato le attività dell’anno che sono innanzitutto a servizio degli ospiti, ma che comprendono anche interventi di supporto e di sostegno alla formazione ed all’aggiornamento degli operatori e delle equipe, proprio per aiutarli a gestire questo delicatissimo servizio.
Si tratta di un lavoro complesso che non prevede solo la gestione logistica dell’accoglienza (che pure è importante), ma anche attività laboratoriali, attività di sensibilizzazione sul territorio e di costante professionalizzazione delle competenze.
Un lavoro che non può non tenere conto di un aspetto importante che riguarda l’accoglienza di persone disagiate ed in particolar modo di stranieri: la necessità di far perno sulla capacità di ogni individuo di elaborare situazioni difficili e di superarle nel migliore dei modi (tecnicamente, si definisce tale capacità resilienza).
Infatti, il compito principale di chi lavora all’interno distrutture di accoglienza è quello di supportare percorsi che diano la possibilità ad ogni ospite di creare un progetto completo di integrazione ed autonomia.
Un cammino quello degli ospiti e degli operatori che non deve mettere da parte i sogni ma li deve custodire e coltivare per un futuro che possa essere in sintonia con quello che può offrire il territorio.
Ma il lavoro della Fondazione va oltre la gestione di servizi di accoglienza: elaborazione di percorsi formativi aperti anche al territorio; progettazione di sempre nuovi servizi ed attività; attività di informazione e sensibilizzazione; iniziative di fund raising (per il reperimento di risorse ed il coinvolgimento di volontari). E tanto altro ancora.
La Fondazione Città Solidale vuole nel prossimo futuro aprire infatti scenari nuovi che possano ampliare la Vision dell’organizzazione, tenendo in considerazione tutte le continue e svariate richieste di aiuto che il territorio ogni giorno presenta e tutte le sfide che quotidianamente si trova ad affrontare.
Per concludere la giornata, un breve ma intenso momento dipreghiera comune per affidare a Dio tutto l’impegno ed i progetti di quest’anno, e per affinare la consapevolezza di ciascuno rispetto al fatto che ogni attività rivolta al prossimo deve essere fatta con cura ed attenzione perché bisogna “fare del bene” ma “fatto bene”.