La SAM (Settimana per l’Allattamento Materno, che si celebra in tutto il mondo dall’1 al 7 ottobre) ha trovato cassa di risonanza anche a Catanzaro. Merito delle forza delle donne – mamme, ostetriche o semplici sostenitrici della pratica dell’allattamento al seno – che, per il secondo anno di fila, si espongono in prima persona per sensibilizzare la cittadinanza sui benefici derivanti proprio dall’allattamento sia per le madri che per i figli.
Domenica scorsa, sul bellissimo prato del Parco delle Biodiversità, diverse puerpere hanno risposto all’invito delle volontarie delle associazioni “Acquamarina”, “Innecesareo”, “AssoAgry” e “Akos” (in collaborazione con “Soroptmist”, Associazione Italiana Massaggio Infantile (Aimi), “Infoemergency”, “Tabit” e “Donne In Cammino”) ad allattare il loro bimbo l’una accanto all’altra, allo scopo di promuovere la cultura dell’allattamento che la modernità ha sacrificato per preferire il latte artificiale.
Cristina Masiani, referente per Catanzaro dell’associazione “Innecesareo”, affiancata da Nancy Aranzalez di “AssoAgry”, da Giuditta Lombardo dell’ “Akos”e da tante volontarie, era tra le mamme ad allattare, per testimoniare quanto sia importante sostenere le puerpere che, spesso, anche a causa di consigli inadeguati, rinunciano ad allattare perché il latte non arriva o non basta a saziare il bimbo. In realtà, ha voluto chiarire la Masiani, non esiste madre con poco latte, a meno che non ci si trovi di fronte all’ipogalattia, che è una malattia: “Il latte arriva stimolando la “suzione” del bambino – ha proseguito – Il puerperio è il momento più delicato per una donna, che ha appena partorito ed è ancora soggetta a momenti di sconforto determinati da scompensi ormonali. E’ proprio nei primi quaranta giorni di vita del bambino che la madre dev’essere sostenuta nel perseverare nella pratica dell’allattamento, anche quando tutti le dicono di ricorrere all’aggiunta di latte artificiale.
Il latte materno, con la stimolazione e la perseveranza, prima o poi arriva, ed è sempre preferibile, da ogni punto di vista, a quello artificiale”. Un po’ come facevano le nostre nonne, che certo non conoscevano altri metodi per alimentare i propri figli: un ritorno alla natura, quindi, è ciò che più conviene alle madri ed ai neonati, almeno fino al primo anno di vita (preferibile sarebbe poter allattare anche fino a due anni). Anche se ciò comporta, all’inizio, un po’ di sacrificio. Ma alla fine ripaga sempre, perché restituisce alle mamme il rapporto ancestrale ed esclusivo con il loro bambino.
L’identica iniziativa è stata portata avanti, nel quartiere Lido, dalle volontarie dell’ “Acchiappasogni” e del “Respiro della Vita”.