Associazioni in festa a Lamezia

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“Risposta umana e disarmante”. “Una vera e propria arte, quella del dono, che ha bisogno di disciplina e dedizione”. “L’arma vincente della rivoluzione sociale”. “Produttore di relazioni”.
Tante le definizioni che gli invitati alla tavola rotonda di sabato 8 ottobre, moderata dalla giornalista Benedetta Garofalo e promossa dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro – che ha dato l’avvio alla festa dedicata all’associazionismo del territorio lametino – hanno esteso al concetto di volontariato.

In una sala gremita di volontari, quella del San Domenico di Lamezia Terme, si è cercato di dare una risposta alla domanda atavica che attanaglia chiunque decida di fare volontariato: come riuscire a ricercare un rapporto con le istituzioni? Il punto di partenza, sia per Luigi Cuomo, presidente del CSV della provincia di Catanzaro, che ha rimarcato l’indispensabile apporto del volontariato alla crescita della società, specie alla luce della recente riforma del Terzo Settore ormai divenuta legge; sia per monsignor Luigi Cantafora, vescovo della diocesi di Lamezia Terme, che per Rita Teresa Marasco, direttore medico del presidio ospedaliero della città della Piana, è il ruolo svolto dal volontariato in un “mare magnum” di indifferenza e di individualismo sempre più vorticoso. Ma anche la capacità di fare autocritica è importante: senza riconoscere di avere perduto con il tempo la “forza profetica” che aveva animato il volontariato delle origini, nato per essere un attento “osservatorio” dei bisogni, è difficile per le associazioni apparire credibili agli occhi delle disattente istituzioni. Luciano Squillaci, vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio, è stato chiaro a riguardo: la dimensione politica del volontariato sta nel suo essere agente di cambiamento, non nell’essere destinatario di contributi. E se il rapporto con le istituzioni è sempre stato difficile, è perché l’associazionismo dei territori ha abdicato alla propria capacità di guardare oltre per sostituirsi alle istituzioni stesse e per contenere le varie emergenze. L’atteggiamento rassegnato, tipico delle regioni del Sud e della Calabria in particolare, non aiuta di certo il volontariato a dare il meglio di sé, anzi, è l’anticamera del disimpegno: certo, c’è da dire che è più facile per i volontari intercettare le necessità più urgenti, ma ciò non toglie che sia le istituzioni che le associazioni operino per il medesimo obiettivo, che è l’interesse della collettività.

foto2 festalameziaE’ spettato poi a Lorenzo Maria Di Napoli, presidente del Comitato di Gestione dei Centri di Servizio della Calabria (all’iniziativa del CSV di Catanzaro hanno preso parte anche il presidente del CSV di Crotone, Giuseppe Perpiglia, ed il direttore del CSV di Reggio Calabria, Giuseppe Pericone), riportare l’attenzione sulla recente riforma del Terzo Settore, che interessa pure il mondo del volontariato, con l’auspicio che i decreti delegati oggetto di discussione si richiamino allo spirito della legge 266/91, emanata nell’interesse anche delle piccole associazioni.
Il volontariato, quindi, richiede un processo educativo e di maturazione – anche con riferimento alla gestione della comunicazione con i vari attori del territorio – che lo rende un modello di “etica “ e di “estetica” che ben si distingue all’interno di una società che invece percorre i binari del narcisismo e dell’esaltazione dell’“ego”, come ha avuto modo di chiarire Giuseppe Bianco, vicepresidente dell’Associazione Sociologi Italiani della Calabria. Nell’acceso dibattito che ne è derivato, che ha messo in luce le buone intenzioni ma anche i limiti operativi del volontariato locale, soprattutto nella costituzione di reti con altre realtà associative, anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, è stato invitato a manifestare la propria opinione: la sua massima apertura al dialogo ed al confronto ha condensato la lunga mattinata di interventi e riflessioni, che si è conclusa con la consapevolezza che la prospettiva di collaborazioni future sia fattibile.

Con l’inaugurazione del “villaggio del volontariato” lungo corso Nicotera, con tanto di ricco buffet ad opera delle ragazze di etnia rom di “Donne e futuro”, si è entrati così nel vivo della giornata, organizzata allo scopo di promuovere i valori della cittadinanza attiva e della solidarietà, e di far sentire il mondo dell’associazionismo locale, che spesso lavora nell’ombra, più coeso e parte integrante della comunità.

Le ventisei associazioni che hanno raccolto l’invito del CSV della provincia di Catanzaro (Comunità S. Pietro e Paolo, Associazione Volontariato Ospedaliero (AVO), Radio Club Lamezia, Auser Maida, Associazione Vittime della Strada (Avistr), Alice, Intese, Progetto Itaca, Intercultura Onlus, Avsi, Vo.La, Avis Lamezia, Sincronia, Anteas Lametia, Donne e Futuro, Cittadinanza Attiva, Nuvola, Acmo, Volontariato Vincenziano, Assoagry, Giovani in Movimento, Les, Associazione Caduceo, Effra, Unione Italiana Ciechi Lamezia, Banco Alimentare) ad esporre con manufatti artigianali e materiale pubblicitario la finalità precipua perseguita all’interno di stand attrezzati, hanno deciso di farlo insieme. Molte di loro hanno condiviso lo spazio espositivo, altre neppure si conoscevano, eppure fino a sera hanno accolto i visitatori ed hanno spiegato cosa li abbia mossi a scegliere quel particolare obiettivo come impegno personale (per alcune associazioni, in particolare il Gruppo Les -Lupus Eritematoso Sistemico- e Progetto Itaca, la giornata è ricaduta nella manifestazione nazionale di promozione per la raccolta fondi).
A sera, poi, nel chiostro San Domenico, si è potuto assistere al concerto del Coro della Madonna di Dipodi, diretto da Tonino Cavaliere, che trova nella riscoperta di canti popolari dimenticati la propria identità culturale.

 

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