Nel Seminario Vescovile della Diocesi di Lamezia Terme è stato presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2022 realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS Roma.
Ad introdurre e coordinare il convegno è stato il direttore della Caritas di Lamezia Terme Don Fabio Stanizzo, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, del Capo di Gabinetto della Prefettura di Catanzaro, Vito Turco, e di Anna Carbone dell’Università Telematica Pegaso, sono stati illustrati i dati da Roberta Saladino, dottoressa di Ricerca in “Storia Economica, Demografia, Istituzioni e Società nei Paesi del Mediterraneo” e referente regionale del Centro Studi e Ricerche IDOS. Dalla relazione si evince che: l’Italia insieme alla Spagna e alla Grecia costituiscono i principali Stati di approdo europei dei flussi migratori provenienti dall’Est Europa prima, dall’Africa Subsahariana e dal Medio Oriente dopo. In Italia i primi sbarchi arrivarono dall’Albania nei primi anni “90.
Il Mediterraneo è il luogo di migrazione più fatale al mondo ne dà conto la piattaforma Missingmigrants: dal 2014 ai primi di agosto del 2022 le personemorte o disperse nel tentativo di attraversarlo sarebbero oltre 24.400, di cui 19.800 nellasola rotta centrale (Libia-Italia soprattutto), 2.700 in quella occidentale (Marocco-Spagna,Africa occidentale-Canarie) e 1.900 in quella orientale (prevalentemente Turchia-Grecia).
I dati sono fortemente sottostimati poiché numerosi sono i naufragi “invisibili”. Tutto questo dà comunque l’idea della catastrofe umanitaria in corso.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno nel sistema di accoglienza calabrese al 31 dicembre 2021 erano presenti più di 4mila persone, pari al 5,4% di tutte quelle accolte in Italia, con un calo di più 300 unità rispettoal 2020. A giugno 2022 sono 3.888, mentre a livello nazionale sono quasi 90mila le presenze nei circuiti dell’accoglienza.
Il dato provvisorio del 2021 attesta la popolazione residente straniera di 5.193.669 persone, un numero che non si discosta molto da quello consolidato dell’anno precedente (5.171.894, +0,4%), sono soprattutto presenti nel Nord Italia (59,7%). Le prime 3 regioni per maggior numero di immigrati sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Nella graduatoria delle regioni per numero di residenti stranieri la Calabria scivola così al 14° posto (93.845 unità), lasciando il 13° al Trentino Alto Adige.
A fine 2021, secondo i dati provvisori dell’Istat, la popolazione straniera residente inCalabria è pari a 93.845 unità, facendo registrare un incremento di 849 individui rispetto aidati censuari del 2020. Nella graduatoria delle regioni per numero di residenti stranieri laCalabria scivola così al 14° posto, lasciando il 13° al Trentino Alto Adige.
La popolazione straniera residente in Calabria si concentra soprattutto in provincia di Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro. Le principali nazionalità sono le seguenti: Romania, Marocco, Ucraina, Bulgaria e India. Tra i residenti stranieri il rapporto tra i generi risulta equilibrato, con una leggeraprevalenza di donne: al 31 dicembre 2020 sono il 50,2% del totale. La proporzione, tuttavia,è estremamente variabile in funzione della cittadinanza. Con riferimento alle collettivitàdi una certa rilevanza numerica, essa è nettamente sbilanciata in favore delle donne perquelle originarie dei Paesi dell’Europa dell’Est, come Russia (donne 83,8%), Bielorussia(83,3%), Polonia (82,0%), Ucraina (75,2%) e Moldavia (68,5%), da cui la maggior parte delle
donne arriva in Italia per svolgere lavori di supporto e cura alle famiglie. Al contrario quote prevalenti di uomini si rilevano tra i residenti ghanesi (91,7%), pakistani (90,6%), senegalesi(88,7%), bangladesi (85,7%), egiziani (85,3%) e tunisini (61,3%). Pressoché solo uomini sono i cittadini residenti del Gambia (97,2%) e del Mali (98,3%). Rapporti di genere più equilibrati si riscontrano per alcune collettività di più antico insediamento, come quelle marocchina, dove le donne rappresentano il 44,9% dei residenti, e albanese (50,3%).La popolazione straniera residente in Calabria è una popolazione giovane: alla fine del 2021 l’età media è di 34,8 anni, a fronte dei 45,5 anni della popolazione italiana.
La popolazione residente in Calabria da circa 10 anni è al di sotto della quota dei 2milioni, attualmente secondo i dati provvisori è pari a fine 2021 a 1.844.586(Fonte Istat).
Questo decremento demografico che si registra in Calabria è in linea con quanto avviene nelle altre regioni. Il fenomeno della denatalità in Italia è tutt’altro che nuovo. Secondo i dati del XXI Rapporto annuale dell’Inps, il calo delle nascite registrato nel nostro paese dal 1964 a oggi somiglia molto, per intensità, a quello osservato nel periodo della prima e della seconda guerra mondiale, con una diminuzione del 64 per cento, da 1.035.207 nati nel 1964 a 399.431 nel 2021.Occorre quindipromuovere un nuovo regime socio-demograficoche possa portare i livelli di fecondità al ricambio generazionale (TFT 2,1 figli per donna).
La struttura demografica della Calabria ma come del resto dell’intera Nazione soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società.
Sulla base dello scenario di previsione “mediano” l’Istat prevede una decrescita dellapopolazione residente in Calabria nel prossimo decennio: da 1.894.110 al 1° gennaio 2020(punto base delle previsioni) passerà a 1.755.756 nel 2030 e l’Ir avrà un aumento pari a14,5 punti percentuali (154,6%).Via via che le generazioni nate negli anni del baby boom tenderanno a estinguersi, questo squilibrio aumenterà verosimilmente sempre di più. Le previsioni sul futuro demografico in Calabria restituiscono un potenziale “quadro di crisi”che necessita l’adozione di più specifiche politiche socio-economiche come strumenti diriequilibrio e di risposta strutturale ai cambiamenti demografici.
La Dottoressa Roberta Saladino conclude dicendo che occorre assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, favorendo la famiglia, la creazione di nuove famiglie e l’adempimento dei relativi compiti, è responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli, come prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama, conseguentemente, alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Dopo Roberta Saladino sono seguiti i seguenti relatori:
1) Alberto LIPPOLIS: Tenente Colonnello – Dirigente Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia
2) Domenico GIAMPA’: Sindaco di San Pietro a Maida
3) Marina GALATI Co-fondatrice e Direttrice di Progetto SUD Lamezia Terme
4) Giovanni Orlando MURACA Professore IPSSAR “Luigi EINAUDI” Lamezia Terme 5) Elisabetta CERMINARA Membro CARITAS di Lamezia Terme