“Il Governo ha scelto di farsi carico del funzionamento dei CSV per il volontariato italiano: si tratta di una svolta storica, che esprime il riconoscimento di una funzione di interesse generale (quella dei Centri di Servizio) per la quale ha senso impegnare risorse pubbliche”.
È questo il commento di Stefano Tabò, presidente di CSVnet, alla notizia dell’inserimento nella Legge di Bilancio di una disposizione che assegna per il 2017 alle Fondazioni di origine bancaria “un contributo sotto forma di credito di imposta pari al 100% dei versamenti volontari” che esse potranno effettuare in favore dei fondi speciali istituiti nelle regioni per finanziare, appunto, le attività dei CSV.
Il contributo sarà pari a 10 milioni di euro, che andranno ad aggiungersi ai 29,3 milioni provenienti dal “un quindicesimo” degli utili 2015 che le Fondazioni devono – in base alla legge 266/91 – accantonare nei fondi speciali. Una cifra, quest’ultima, che risulta inferiore del 35 per cento rispetto all’anno precedente e che, se non fosse integrata, metterebbe in serio pericolo il sistema dei 71 CSV operanti nel Paese.
“Da alcuni mesi si parlava dell’opportunità di questa disposizione – spiega Tabò. – Se essa sarà confermata dal Parlamento, potremo attendere con serenità la definizione della Riforma del Terzo settore prevista dalla Legge delega 106/16 che chiede la stabilizzazione del finanziamento dei CSV. Il provvedimento deciso dal Governo, infatti, risulta doppiamente efficace in quanto dà il tempo necessario alla formulazione del decreto legislativo della Riforma relativo alla revisione del sistema dei CSV, che oltre ad una sensibile estensione delle loro funzioni, dispone la stabilizzazione del loro finanziamento sulla base di una programmazione triennale”.
Nel corso degli ultimi tre mesi, continua il presidente, si sono svolte diverse riunioni tra CSVnet, il Forum Nazionale del Terzo Settore con i vertici delle Fondazioni bancarie e dei Comitati di Gestione deputati al controllo dei CSV. Oggetto del confronto la definizione di una visione comune per il futuro dei CSV con due principali obiettivi: la revisione dell’accordo Acri-Volontariato in scadenza quest’anno e la redazione di proposte condivise da sottoporre al Governo in vista della scrittura del decreto legislativo.
“Sono stati incontri produttivi – afferma Stefano Tabò – che hanno certamente contribuito a produrre questo primo risultato importante concretizzatosi nella scelta del Governo. È solo il primo passo. Per il bene del volontariato, sta ora alla responsabilità di tutti concludere questo prolungato confronto in modo soddisfacente. Da oggi, però, abbiamo una certezza in più che ci è data dalla scelta del Governo che, oltre ad essere opportuna ed efficace, rappresenta un significativo precedente per gli anni futuri”.