L’associazione ambientalista: «Dopo i tagli in piazza Spogliatore speravamo in una inversione di tendenza nella gestione del verde pubblico»
Il Wwf Vibo Valentia – Valle dello Stilaro interviene sulla potatura degli alberi su Corso Umberto I della città capoluogo. L’associazione guidata dal presidente Guglielmo Galasso «si fa di nuovo interprete del diffuso malcontento che ha fatto seguito alle drastiche potature di alberi di leccio (una quercia sempreverde) che abbellivano il Corso Umberto I», è scritto in una nota, in cui viene sottolineato che «perseverare è diabolico». «Dopo le proteste di numerosi cittadini scatenate dai tagli di alberi di piazza Spogliatore (un nome che forse è stata fonte di una cattiva ispirazione) – si legge ancora – in molti avevano sperato in una inversione di tendenza nella gestione del verde pubblico, più attenta alla conservazione oculata, ad una sua valorizzazione (vedi condizioni in cui versa la storica Villa Gagliardi) e possibilmente indirizzata verso un suo sostanziale incremento, per tutti quei benefici che gli alberi offrono, in termini di ossigeno, ombra, protezione dall’inquinamento, estetica ecc., che sono noti anche ai bambini delle elementari, ma che purtroppo vengono ripetutamente ignorati a Vibo Valentia (e non solo)».
«Ecco allora – proseguono gli esponenti del Wwf – che i cittadini vibonesi sono costretti loro malgrado ad assistere a certe operazioni a dir poco opinabili nei confronti di alberi maestosi che adornavano tutto il Corso (come d’altronde è accaduto per altri viali cittadini), come se, di volta in volta, non si riuscisse a porre freno a questa incomprensibile consuetudine. Così come risultano sempre più inaccettabili certe “giustificazioni” secondo cui “tanto poi i rami rigettano” oppure, nel caso di tagli radicali, “poi se ne pianteranno altri”. È come se (ironizza il naturalista Pino Paolillo) un chirurgo asportasse un arto sano perché “tanto poi si metterà una protesi”, o procurasse una ferita “perché tanto poi si rimargina”. Fino a ieri Vibo Valentia godeva di un bel Corso pieno di alberi rigogliosi, adesso – è la conclusione – potrà vantare una rassegna di spettrali candelabri arborei. “Ma tanto poi ricrescono”».
Fonte: ilVibonese