“Da corpo sedato a corpo ri-conosciuto”. E’ questo il titolo molto provocatorio attraverso cui sono state esposte le metodologie applicate all’interno dello Spazio Al.Pa.De. Alzheimer Parkinson e Demenze del Centro Diurno della Ra.Gi. Onlus e presentate nel corso del X Convegno organizzato dall’Istituto Superiore della Sanità di Roma in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulle Demenze dal tema “Il Contributo dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze nella gestione integrata dei pazienti”. Grazie alla presentazione di un poster, per la prima volta è stato presentato il metodo Teci, la Terapia espressivo corporea integrata messa a punto da Elena Sodano, psicologa e presidente della Ra.Gi. Onlus ed attualmente in fase di sperimentazione scientifica grazie ad un protocollo d’intesa firmato con la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia Calabria presieduta dalla geriatra Alba Malara.
La Teci rappresenta lo strumento operativo utilizzato nello Spazio Al.Pa.De. che ad oggi rappresenta l’unico centro autorizzato in Calabria per i disturbi cognitivi, uno studio pilota che apre prospettive nuove sulla cura della malattia di Alzheimer e le altre demenze e che mette anche in discussione le modalità consuete di fare terapia medica, educativa o psicologica con questi pazienti. “Con la diagnosi – ha detto la Sodano – il corpo del paziente, che deve a sua volta adattarsi ad una condizione di demenza, non è affatto tenuto in considerazione sia dalla classe medica sia dai caregiver; è come se la malattia staccasse ogni contatto fisico, emozionale, affettivo. I medici prescrivono solo farmaci che hanno l’unico obiettivo di sedare i comportamenti di un corpo il cui cervello però piano piano si deteriora. Eppure se ben ci pensiamo è solo attraverso il corpo che il paziente con demenza cerca ancora di essere presente e di stare a contatto con un mondo che non gli appartiene più e che sempre di più tenta di isolarlo. All’interno del nostro Centro Diurno attraverso la Teci, abbiamo cercato di creare un ponte di comunicazione possibile “con e tra” i pazienti con demenza. Una relazione che passa attraverso una nuova alfabetizzazione corporea ed il linguaggio simbolico, sensoriale, propriocettivo, cognitivo della libera espressione corporea. Noi pensiamo che indipendentemente dal grado di compromissione cognitivo di una persona con demenza, tutto quello che ha imparato nel corso della sua vita continua a venir fuori e ad esprimersi anche dopo che la sua capacità di parlare o di pensare è andata perduta.
Ed è proprio dall’attenta osservazione della simbologia del gesto che nasce Teci, un approccio “Body Oriented Therapy – Embodiment Practices” che ha l’obiettivo di risvegliare la memoria corporea delle persone con malattia di Alzheimer o altre demenze attraverso un insieme di proposte laboratoriali frutto di cornici concettuali che provengono da diverse discipline scientifiche e la creazione attorno al paziente di un setting specifico che tiene conto del vissuto inconscio custodito nel suo corpo. Avere la possibilità di presentare tutto questo davanti ad una platea che vedeva riuniti professionisti nazionali ed internazionali esperti in demenze, riuscire a confrontare la nostra metodologia operativa con altre metodiche terapeutiche presenti all’interno di alcuni eccellenti centri diurni per la demenza italiani ed aver lasciato una traccia più che positiva in chi abbiamo avuto il piacere di conoscere, ci ha motivati a proseguire nel nostro cammino continuando il lavoro che abbiamo svolto fino ad ora con i nostri pazienti e con le loro famiglie”.