Arci Crotone sulla tragedia a largo della costa di Cutro: le istituzioni evitino l’ipocrita indignazione di circostanza.

La tragedia che ha colpito il nostro territorio in queste ore è l’ennesima violenta ed ineluttabile dimostrazione che la gestione e la regolamentazione delle politiche migratorie che UE ed i governi degli Stati membri compiono ed hanno compiuto in questi anni sono sbagliate e sono la sola causa di tragedie e morti ingiuste.
Il tragico naufragio di un’imbarcazione carica di migranti rappresenta l’ennesima strage di Stato, perché questi eventi sono il risultato diretto delle politiche di esternalizzazione delle frontiere europee, istituzionalizzate nel nostro Paese con l’Accordo Italia-Libia, sono il risultato di quella scelta trasversalmente accettata e sostenuta di continuare a delegare ai trafficanti di uomini la gestione dei flussi migratori.
La migrazione è un fenomeno umano fisiologico che esiste da che esiste l’uomo e non sarà fermato dalla demagogia xenofoba e dalle sue leggi.
Fino a che la priorità dei governi sarà rappresentata dall’obiettivo di impedire il diritto a migrare, fino a che la politica non si porrà l’obbligo giuridico e morale di rispettare e proteggere le persone che migrano la gestione criminale resterà indisturbata e le morti continueranno a pesare sulla coscienza delle nostre Istituzioni. Fino a che il dibattito politico sarà concentrato sulla repressione della solidarietà e dei diritti fondamentali i veri criminali trafficanti di essere umani resteranno impuniti e le persone continueranno a morire.
Davanti a queste stragi autorizzate invece si fomenta la retorica xenofoba e la bieca demagogia che vorrebbe svuotare il mare con un secchiello.
E mentre la politica prepara le condizioni per costruire ancora più muri, che sarà ancora più pericoloso scalare e che produrranno altre morti innocenti, le persone si riversano sulla spiaggia nel tentativo di portare tutto l’aiuto possibile. Mai come in questi anni la politica ha dimostrato di essere totalmente distante e slegata dai territori.
Al ministro Piantedosi che oggi si precipita in Calabria per assistere al frutto delle politiche di respingimento, chiediamo rispetto per le vittime e per i cittadini della provincia di Crotone che a mani nude combattono il mostro dell’odio ed affermano il valore della solidarietà umana.
Ci dica il Ministro quando questo governo intenderà affrontare con cognizione di causa i problemi reali di un territorio di transito e frontiera quale è la provincia di Crotone. Poi taccia, per rispetto!

Filippo Sestito
Presidente Arci Crotone Aps

Francesca Pesce
Responsabile immigrazione Arci Crotone Aps

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