La magia del teatro per portare un sorriso ai piccoli pazienti che combattono la propria coraggiosa battaglia quotidiana in una corsia d’ospedale. Una piccola grande distrazione che diventa medicina per lo spirito quella offerta grazie al progetto “Sorridiamoci”, realizzato all’interno del day hospital del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Il progetto dell’Associazione Calabrese Malati Oncologici “Ida Ponessa” Odv – che ha come obiettivo quello di rendere meno “ordinaria” la degenza presso il reparto, donando momenti di leggerezza, spensieratezza, allegria, stupore e tanti sorrisi ai piccoli pazienti e ai familiari che li assistono – è stato presentato ieri mattina nella sala riunioni del presidio “Ciaccio-De Lellis” alla presenza di Aldo Riccelli, presidente Acmo; del dottor Francesco Talarico, Direttore Sanitario del Ciaccio; della dottoressa Maria Concetta Galati, direttore del reparto di oncoematologia pediatrica del “Pugliese Ciaccio”; del presidente del Consiglio regionale dell’associazione Cesare, Nino Zumbo e di Pasquale Rogato, in rappresentanza della società cooperativa Edizione Straordinaria/Scuola di Teatro “Enzo Corea” di Catanzaro che curerà la parte teatrale.
Il progetto, infatti, potrà essere realizzato grazie ad una donazione dalla Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo – si sviluppa all’interno dell’iniziativa “Un sorriso per i più piccoli” e vedrà la messa in scena di uno spettacolo teatrale sulla favola di Peter Pan, dal titolo “Due Compari e un Peter Pan”, a cura della scuola di teatro diretta da Salvatore Emilio Corea. Sono previsti anche tre appuntamenti con la lettura di favole: si prenderà spunto da storie e novelle, di modo che gli attori della Compagnia, potranno accompagnare i piccoli spettatori in un viaggio fantastico, attraverso la lettura e l’animazione.
Il direttore sanitario ha ringraziato coloro i quali hanno messo in piedi tale progetto, sottolineando che “iniziative del genere ridonano una dimensione umana al ricovero ospedaliero dei piccoli pazienti”. “Siamo noi a ringraziare per la vivacità di queste iniziative – ha detto Talarico – si tratta di aspetti che restituiscono dimensione di gioco di cui i bambini hanno tanto bisogno”
“In 36 anni di attività ci siamo anche imposti come obiettivo quello di portare il teatro in posti particolari, e il reparto di onco-ematologia pediatrica sicuramente lo è. Noi siamo pronti ad essere vicini a questi bambini che affrontano una battaglia importante. Il teatro è terapeutico, anche per chi lo fa non solo per gli spettatori”, ha detto ancora Pasquale Rogato.
“Avete organizzato un progetto straordinario – ha aggiunto la dottoressa Galati – che saprà rispondere alle aspettative dei nostri piccoli pazienti. L’attesa per l’appuntamento successivo, visto che si tratta di un ciclo di incontri e non un singolo evento, aiuterà ad accrescere il coinvolgimento. Questo è un aspetto importante anche per rendere la permanenza più leggera, ma non solo per i bambini, ai quali vogliamo offrire una distrazione per far pesare meno la malattia, ma anche ai genitori che non riescono a superare con facilità il ricordo di questi momenti.
Il presidente della “Cesare Pozzo”, Nino Zumbo ha parlato di “un momento di collaborazione importante. Quando riusciamo a costruire qualcosa per gli altri, soprattutto con progetti che riguardano i bambini, la nostra missione si riempie di contenuti. In questo caso vogliamo dare un sorriso; la nostra associazione è nata nel 1800 con la missione di creare benessere a chi ha bisogno, quindi ha un valore generale: noi lavoriamo per la persona e speriamo di collaborare insieme anche per il futuro”.
“I bambini hanno più bisogno di sostegno e di vicinanza di tutti gli altri – ha sottolineato il presidente dell’Acmo “Ida Ponessa”, Aldo Riccelli – la nostra sfida è questa, oltre quella di dare vita finalmente con le associazioni Angela Serra e Salute Donna, al punto informativo posizionato all’interno del presidio per sostenere quanti si trovano nella struttura, dove possono sentirsi persi, e una parola a volte fa più di una medicina. Vogliamo continuare a crescere nell’interesse e nella tutela dei pazienti”.