Arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta: “Il Santo Padre ha elogiato lo stile di accoglienza vissuto nella tragedia di Cutro”

La tragedia di Cutro ha evidenziato che né le proposte neo liberiste, né quelle populiste possono dare risposte complete alla vicenda umana del nostro tempo e del nostro territorio. Noi abbiamo bisogno di politici che abbiano a cuore il bene comune. Solo recuperando il bene comune, solo recuperando temi come la destinazione universale dei beni avremo la capacità di affrontare le grandi sfide”. Lo ha detto l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Angelo Raffaele Panzetta, nel suo messaggio per la Pasqua indicando nel naufragio di Cutro “il filo rosso della Quaresima”.

“Nella vicenda di Cutro – ha detto il vescovo – ci sono stati segnali pasquali luminosi nella ‘rabbia’ positiva delle nostra gente che non ha accettato quanto accaduto, nell’accoglienza della nostra gente che si e’ gettata in mare pur di aiutare le persone. Questi segnali positivi li ha visti il Santo Padre che quando ha incontrato i vescovi calabresi ci ha elogiati per lo stile di accoglienza che abbiamo vissuto in questa tragedia ma anche di fronte ai tanti sbarchi che continuano”.

Da Cutro e’ arrivata, secondo il vescovo, una lezione importante: “Dobbiamo pensare la solidarietà a livello più alto. La solidarietà non é solo un’elemosina, non e’ far cadere le briciole dalla nostra tavola per sfamare chi ha fame. La solidarietà ci chiede di far sedere al tavolo del benessere e della sicurezza tanti popoli che non vi sono ancora seduti. La fraternità come ha detto Papa Francesco e’ la vera frontiera per gli uomini del nostro tempo. Ne’ gli egoismi, né i particolarismi con i quali si e’ provato ad affrontare la questione delle migrazioni, di chi fugge perché nei loro Paesi non hanno diritti ed un futuro di pace e di benessere, hanno funzionato. Non e’ mettendo in modo giustapposto gli egoismi che si costruisce la pace”.

Fonte: Wesud

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