Ancora un episodio di violenza alimentato da odio ed intolleranza verso i migranti

Riceviamo e pubblichiamo

E’ una recente notizia di cronaca, la brutale aggressione subita da un migrante che chiedeva l’elemosina lungo la strada statale 106, che mi spinge ad una breve riflessione rispetto alle conseguenze che una costante campagna di odio e di intolleranza portata avanti per anni dalle forze sociali e politiche della destra oggi al Governo può determinare.
La strumentalizzazione politica della sofferenza, dell’emarginazione, del disagio incarnato dai migranti che incontriamo nelle strade, secondo un paradigma distorto che vuole trasformare le vittime in carnefici, ha certamente contributo a creare un sentimento diffuso di insofferenza e di ostilità che in alcuni casi può portare a tentare di uccidere un migrante solo perché “colpevole” di chiedere l’elemosina.
Ritengo che sia fondamentale un impegno serio e concreto da parte di tutti, a cominciare dal Governo, affinché vengano abbassati i toni troppo spesso sprezzanti e minacciosi con cui si affrontano i temi legati alle migrazioni così come ritengo necessario che gli enti locali e le istituzioni si occupino in modo coerente ed efficace delle tante situazioni di disagio e di difficoltà presenti nel nostro territorio.
A Crotone infatti è stato da poco sgombrato il campo nei pressi della stazione ferroviaria in cui dimoravano diversi migranti che però, ad oggi, si sono spostati in altri luoghi, come il Piazzale Nettuno, come è normale che avvenga in assenza di interventi strutturali relativi ad alloggi e servizi fruibili da tutti coloro che ne hanno bisogno.
E’ essenziale inoltre contrastare, anche nell’ambito del Terzo Settore, i numerosi tentativi di speculazione sulle condizioni di disagio dei migranti che mirano, in modo cinico ed opportunistico, esclusivamente alla realizzazione di obiettivi personali con buona pace del rispetto dei diritti umani.
La strage di Steccato di Cutro, che tutti noi abbiamo vissuto da molto vicino, ci ha aiutato a recuperare una dimensione comunitaria di umanità e di condivisione e ad abbattere i muri dell’odio e della diffidenza alimentati troppo spesso da una narrazione scorretta che bisogna definitivamente fermare.
Proviamo a ripartire da lì.

Arci Crotone APS

Stampa o condividi