La giornata nazionale dedicata al metodo Braille è un momento di celebrazione della lettura, che ha permesso ai non vedenti di tutto il mondo di affrancarsi dal peso della loro condizione. Con l’esercizio della lettura i ciechi e gli ipovedenti hanno riscoperto il piacere della libertà di espressione e di ragionamento, di sognare e di inseguire ambizioni legittime.
L’incontro di martedì con gli studenti al liceo psicopedagogico del quartiere Lido di Catanzaro, quindi, è stato per l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Catanzaro un ritrovarsi con i rappresentanti dei vari settori incontrati via via lungo il percorso di crescita associativo – il giornalista Manuel Soluri, il vicepresidente della Fondazione dell’Università Magna Graecia Rocco Savino, Antonio Cavallaro della casa editrice Rubbettino, Franco Barillà, ex dirigente scolastico della provincia reggina e Franco Cimino, docente, scrittore e giornalista – ma soprattutto un modo per attestare le molteplici risorse in possesso di chi convive con uno stato perenne di buio.
Le testimonianze della presidente dell’Uic, Luciana Loprete, e di altre componenti dell’associazione, infatti, hanno ricordato alla platea che le difficoltà legate alla condizione di disabilità visiva non precludono la capacità di apprendimento: la giovane studentessa Arianna, ad esempio, ha chiarito come sia possibile costruire la propria identità facendo leva sui quattro sensi, ed aspirare a ben altro rispetto al solito lavoro da centralinista o massaggiatore propinato al non vedente.
Louis Braille, inventando il metodo di scrittura e lettura che porta il suo nome, ha così permesso ai non vedenti di esprimere il proprio talento, arrivando a comporre musica, scrivere romanzi e leggere anche di più rispetto a chi possiede il dono della vista. Con l’introduzione dell’editoria digitale, poi, come ha spiegato Cavallaro delle edizioni Rubbettino, il Braille ha riacquistato nuova vita: non si contano più gli audiolibri e gli e-book che hanno reso più autonome le persone con problemi visivi, con un’ampia gamma di scelta tra i titoli di libri con sintesi vocale di qualità (anche attori di fama si sono adoperati con la propria voce a rendere più piacevole l’ascolto dei testi). L’ultima frontiera della tecnologia, poi, è il cosiddetto “blitab”, il tablet per metà in Braille che permette di scrivere in tempo reale.
Ma se la tecnologia si sta adoperando per abbattere i muri dell’isolamento, non altrettanto può dirsi per il mondo della scuola, ancora impreparata ad accogliere le istanze degli studenti con disabilità visiva: e mentre l’ex dirigente Barillà ha ribadito la necessità di lasciare che ad organizzare i programmi per i non vedenti siano proprio coloro che vivono la medesima condizione, il docente Cimino si è espresso a favore dell’insegnamento del metodo Braille e del linguaggio dei segni a tutti, senza distinzioni.
A ricevere la targa ricordo come attestazione della riconoscenza dell’associazione per la vicinanza accordata, sono stati, oltre ai relatori, anche i rappresentanti del mondo della chiesa, della Prefettura, della Direzione Scolastica regionale e del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro (è difatti intervenuto per un saluto il presidente Luigi Cuomo).