In una giornata carica di emozioni e riflessioni, si è svolta l’iniziativa “Noi non dimentichiamo”, promossa a un anno dalla tragedia di Cutro, che ha visto la perdita di quasi cento vite umane nel naufragio di migranti avvenuto nel Mediterraneo. L’evento, organizzato dalla CGIL Calabria insieme ad Arci Crotone, Agorà Kroton, ANPI, Baobab, Kroton Community e Prociv Arci Isola di Capo Rizzuto, ha riunito una vasta partecipazione di figure istituzionali, accademiche e della società civile presso la Lega Navale di Crotone.
Tra gli interventi più toccanti, quello di Alidad Shiri, giornalista di origine afgana che ha perso un cugino di 17 anni nella tragedia. “Non è facile tornare. È una cicatrice che si riapre”, ha dichiarato Shiri, sottolineando l’importanza di chiedere verità e giustizia per una strage che era evitabile.
Durante l’incontro è stato presentato un dossier sul naufragio di Cutro, nel quale sono state ricostruite tutte le fasi dell’evento avvenuto il 26 febbraio del 2023. Filippo Miraglia, dell’Arci nazionale, ha evidenziato la dignità dei famigliari delle vittime e dei superstiti, contrapponendola al comportamento vergognoso e disumano del governo italiano.
Le parole della Segretaria Nazionale CGIL, Maria Grazia Gabrielli, hanno sottolineato la necessità di un cambio di approccio alle politiche migratorie. “Non siamo davanti a un’emergenza e non servono misure di emergenza per tutelare la sicurezza nazionale”, ha affermato Gabrielli, proponendo l’adozione di corridoi legali e politiche inclusive per favorire l’integrazione delle persone migranti.
L’intervento più duro è stato quello di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, il quale ha attribuito la responsabilità delle tragedie nel Mediterraneo al neocolonialismo e ai Paesi occidentali. Lucano ha denunciato l’inefficacia delle politiche attuali e ha sottolineato la necessità di un impegno concreto per garantire un’accoglienza umana e dignitosa. “Ad un anno da quell’evento – ha aggiunto Lucano – il mondo è peggiorato. Le guerre che si stanno facendo hanno delle matrici abbastanza simili. Il nostro impegno sembra uno sforzo inutile. Non riusciamo a fare sentire la nostra voce mentre chi è responsabile di queste tragedie è più efficace di noi. Quale alternativa abbiamo, rassegnarci? Io posso dire ho tentato una soluzione che ribalta completamente il pensiero delle destre. Se proprio c’è un nemico ecco, per me è il pensiero della destra mondiale, della destra del governo israeliano, della destra del Governo italiano”.
Filippo Sestito, dell’Arci Crotone, ha spiegato che l’iniziativa era stata organizzata il 21 febbraio per avviare “un ragionamento fuori dalla dimensione emotiva” ed ha aggiunto: “Dal nostro punto di vista è stata una strage di stato nella quale il governo ha deciso di non soccorrere per mostrare il pugno duro contro i migranti. Non ci basta solo il ricordo, noi chiediamo verità e giustizia per chi è morto in mare grazie a leggi liberticide che questo ed i precedenti governi hanno approvato. Basta lucrare elettoralmente sulla migrazione. Basta disumanità”.
Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha ricordato il tragico evento di Cutro e ha evidenziato l’assenza di un adeguato intervento da parte dello Stato per soccorrere le vittime. “La verità è che non c’era nessuno ad aspettarli sulla spiaggia per salvarli”, ha affermato Voce, ribadendo l’importanza di perseguire la verità e la giustizia per coloro che hanno perso la vita in mare.
Forte è stata anche la testimonianza del pescatore Luciano Vincenzo, il primo a giungere sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Da quel giorno non è più tornato in mare e dice di essere arrabbiato con se stesso per non essere arrivato prima. Luciano, con gli occhi colmi di tristezza, ha sostenuto ancora: “Quello che proprio non riesco ad abbandonare è quando mi è morto quel bambino tra le braccia”. Emozionato, ha raccontato di aver avuto l’opportunità di parlare con alcuni familiari dei naufraghi. “Ho sentito qualcuno per telefono”, ha detto, “e adesso non vedo l’ora che arrivino per abbracciarli”.
“Don Rosario Morrone, parroco di Botricello, ha sostenuto: “A Steccato è naufragata l’umanità. Credo che persone che hanno bisogno, chiunque esse siano, di qualsiasi colore di pelle, se chiedono aiuto, devono essere soccorse, per umanità, non per religione”.
Un aspetto particolarmente significativo dell’evento è stata la mostra fotografica realizzata da Fabrizio Carbone, che ha offerto uno sguardo intimo e toccante sulla realtà delle migrazioni e sull’importanza dell’accoglienza nelle comunità locali.
L’iniziativa “Noi non dimentichiamo” ha rappresentato un momento di forte impegno e solidarietà, sottolineando l’urgenza di affrontare con determinazione le sfide legate alla migrazione e alla tutela dei diritti umani nel Mediterraneo.
Fonte: wesud