Il primo compleanno di CasaPaese: «Una sfida vinta grazie alla rete della solidarietà»

A distanza di un anno dal giorno in cui per la prima volta le porte di CasaPaese si sono aperte per accogliere persone affette da Alzheimer e demenze neurodegenerative, sabato 6 aprile, si festeggerà il primo compleanno della residenza innovativa che, nel piccolo borgo di Cicala – Dementia Friendly Community riconosciuta dalla Federazione Italiana Alzheimer – assicura quotidianamente protezione, libertà e dignità.

Una sfida trasformata in una realtà concreta grazie alla rete di solidarietà costituita da aziende, associazioni, imprenditori, singoli cittadini, che hanno partecipato al crowdfunding lanciato due anni fa e hanno messo a disposizione materie prime e manodopera.

«Siamo stati degli impavidi ottimisti, armati di tanta fiducia e speranza, e oggi raggiungiamo un traguardo importante che ci teniamo a condividere con i tanti amici che ci sostengono, con il team di psicologi, educatori, assistenti sociali, OSS, infermieri e volontari che affrontano la malattia dei nostri ospiti nella dimensione umana ed esistenziale, con le famiglie che si sono fidate  delle nostre cure e ci hanno affidato i propri cari» afferma la fondatrice Elena Sodano, fiera del cammino intrapreso con competenza e coraggio, nonostante immancabili paure e ostacoli.

Ad affiancarla, durante l’evento che si terrà sabato 6 aprile alle ore 15.30, presso la sede in Via Immacolata, a Cicala, sarà l’imprenditrice sanitaria Franca Previti de Pace. Una donna nonché una professionista affermata quanto determinata, che rappresenta un’eccellenza del territorio calabrese.

«La sua presenza è preziosa. Pioniera delle cure rivolte alle persone fragili, per me rappresenta un esempio da seguire con tanta umiltà e brama di consolidare la nostra realtà» commenta Sodano.

Altrettanto entusiasta è Previti de Pace che, ben lieta di prendere parte a questo importante anniversario, dichiara: «apprezzo il coraggio e l’impegno infaticabile della fondatrice di CasaPaese, con la quale condivido la lotta quotidiana per garantire il rispetto delle persone malate che mettiamo al centro dell’attenzione e delle cure».

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