Secondo i dati Istat, tra il 2021 e il 2022 il numero complessivo di istituzioni non profit (Inp) è rimasto sostanzialmente stabile, passando da 360.625 a 360.061 unità. Rispetto al 2021 i settori della filantropia e della promozione del volontariato continuano a crescere (+7,4 percento), insieme alle attività ricreative e di socializzazione (+5,2 per cento).
Rispetto al 2021 le associazioni di promozione sociale aumentano significativamente (+66,7%) mentre è contenuta la crescita delle imprese sociali (+0,6). Le organizzazioni di volontariato diminuiscono (-3,2%) presumibilmente per effetto dei procedimenti e operazioni di trasmigrazione nel Runts. È maggiore la contrazione delle Onlus (-8,3%) che con l’abrogazione del Decreto legislativo istitutivo cessano di esistere o più verosimilmente acquisiscono una nuova qualifica fra quelle previste dalla Riforma del terzo settore.
Si conferma infine l’aumento dei dipendenti nel settore non profit – +919.431 unità – con un aumento del 2,9 per cento rispetto all’anno precedente e una crescita particolarmente.
È quanto emerge dai dati Istat diffusi in occasione della XXIV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, il tradizionale appuntamento di Aiccon – centro studi dell’Università di Bologna.
I dati generali sono stati presentati da Massimo Lori, responsabile del registro statistico delle istituzioni non profit Istat mentre Sabrina Stoppiello, responsabile Censimento permanente delle istituzioni non profit dello stesso istituto, ha approfondito le prime stime relative alle iniziative di innovazione sociale realizzate dalle istituzioni non profit italiane, rilevate per la prima volta dall’istituto di statistica.
Crescono le organizzazioni più strutturate
Tra le tendenze rilevate anche una crescita forte delle organizzazioni più strutturate (quelle con più di 10 dipendenti sono aumentale del 2,3 per cento) e impiegano circa l’87 per cento dei dipendenti totali. Sono particolarmente attive nei settori dello sviluppo economico e coesione sociale (71,9 per cento) e dell’istruzione e ricerca (60,5 per cento), dove circa un’istituzione su quattro impiega almeno 10 lavoratori.
Il 10,5 per cento delle istituzioni non profit è rappresentato da associazioni di promozione sociale (quasi 38mila), a cui seguono le organizzazioni di volontariato (9,6 per cento), il 4,6 per cento da imprese sociali, il 3,3 per cento da Onlus mentre il 72 per cento del settore è rappresentato da altre istituzioni non profit.
Le principali forme organizzative delle istituzioni non profit si diversificano anche rispetto alle attività svolte. Le organizzazioni di volontariato sono attive prevalentemente nei settori di intervento tradizionali: assistenza sociale e protezione civile (41,1 per cento) e sanità (26,0 per cento). Le Onlus sono più presenti nel campo della cooperazione e solidarietà internazionale (16,6 per cento) oltre che nel settore dell’assistenza sociale e protezione civile (43,5 per cento). Le imprese sociali operano principalmente nei settori dell’assistenza sociale e protezione civile (47,8 per cento) e sviluppo economico e coesione sociale (31,1 per cento ), sebbene non sia trascurabile la quota di imprese attive nel campo dell’istruzione e ricerca (10,6 per cento). Le associazioni di promozione sociale svolgono prevalentemente attività ricreative e di socializzazione (47,2 per cento) e culturali e artistiche (28,1 ). Infine, gli ambiti di attività che caratterizzano le altre istituzioni non profit sono le attività sportive (45,6 per cento) e gli altri settori (17,4 per cento).
Volontariato, motore di innovazione sociale
Un aspetto particolarmente rilevante emerso dai dati è il crescente peso dell’innovazione sociale all’interno del settore non profit. Secondo i dati presentati da Sabrina Stoppiello l‘80,4 per cento delle organizzazioni più innovatrici sono quelle con volontari , coinvolgono il 13,4 per cento dei volontari italiani e sono per lo più di dimensioni medio-grandi.
Il loro intervento prevale nei settori dell’Assistenza sociale e protezione civile (16 per cento dei casi rispetto al 9,8 per cento del totale del settore) e delle Attività culturali ed artistiche (20,4per cento rispetto al 15,3 per cento sul totale). Non a caso le INP innovatrici si distinguono dal resto delle istituzioni per l’orientamento solidaristico: Quasi 8 INP su 10 sono orientate alla pubblica utilità (64 per cento del totale nazionale) e operano in particolare per il sostegno alle categorie fragili (39,4 per cento del totale nazionale.
Un ultimo elemento distintivo riguarda la capacità di costruire reti: il 55 per cento ha una rete multistakeholder, oltre il 74 per cento ha rapporti con la pubblica amministrazione, mentre il restante 67 per cento con i destinatari delle attività. Nella maggior parte dei casi coinvolgono gli stakeholder in tutte le fasi, dall’ideazione alla realizzazione dei progetti.
Slide “Il settore non profit in Italia” – di Massimo Lori”
Fonte: di Clara Capponi CSVnet