In Italia vivono in povertà quasi 5,7 milioni di persone. In “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza” l’aggiornamento sui dati e sulle risposte in campo. In aumento anche il numero di chi viene accompagnato dai servizi della Caritas: + 41,6% dal 2015
La povertà assoluta in Italia affligge quasi 5,7 milioni di persone, pressoché un decimo della popolazione. La Caritas Italiana ha presentato il 12 novembre il Rapporto 2024 su povertà ed esclusione sociale, giunto alla ventottesima edizione e lanciato in occasione della Giornata mondiale dei poveri di domenica 17 novembre 2024. Il titolo è “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza”.
Dall’analisi dei dati Caritas emerge che il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa. I giovani e le famiglie con figli sono le fasce più vulnerabili. Il disagio abitativo rappresenta un’emergenza, con famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate. L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un miraggio per fasce sempre più ampie della popolazione, alimentando le disuguaglianze.
I dati di Caritas
Le persone accompagnate nel 2023 dai servizi Caritas (in rete con la raccolta dati) sono state 269.689. Dal 2015 a oggi il loro numero è cresciuto del 41,6%. Le povertà croniche e intermittenti aumentano: dal 54,7% al 59%. Cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra chi si rivolge alla Caritas: dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali aumenta del 15,2%. Mentre la povertà assoluta continua a essere su livelli record, vari e multiformi fenomeni di disagio sociale si affacciano sul panorama italiano. Alcuni, sostiene Caritas, sono di vecchia data ma continuano a colpire in modo particolarmente allarmante.
“Si pensi – si legge nel comunicato di sintesi del Rapporto – ai problemi legati all’abitazione, un diritto da tempo negato a tante persone e famiglie, su più livelli di gravità. In altri casi, le problematiche si intrecciano ad una incompiuta o inadeguata implementazione delle risposte istituzionali. È il caso degli ostacoli che impediscono l’accesso alle misure alternative al carcere o delle barriere che limitano la fruizione delle misure di reddito minimo introdotte negli ultimi anni. Eppure, – si legge ancora – nonostante le criticità che sfaldano il nostro vissuto quotidiano, si intravvedono nelle crepe dei fili d’erba verde, dei segni di speranza, le tante riposte, opere e servizi, messi in campo dalla comunità ecclesiale, dalla società civile, dall’associazionismo e dal volontariato, e che contribuiscono con il loro apporto a rendere più umano e dignitoso il nostro vivere”.
Le persone, le storie, la speranza
Dietro i dati raccolti dalla Caritas ci sono le persone con le loro storie. “Attraverso il Rapporto – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – non vogliamo offrire solo una fotografia della povertà in Italia, ma intendiamo rilanciare l’invito a guardare oltre le cifre per riconoscere l’umanità ferita che vibra dietro ogni numero”, tentando di percorrere “nuovi cammini” e “strade inesplorate”. “Di fronte a questa emergenza – prosegue don Pagniello – Caritas Italiana sceglie di farsi portavoce di una risposta coraggiosa e profetica. Una rete di accoglienza e di sostegno si estende in maniera capillare sul territorio nazionale: centri di ascolto, mense, dormitori e case di accoglienza diventano avamposti di una Chiesa che si fa ‘casa di carità’, aperta a tutti, senza distinzioni”.
Qui tutti i materiali e il Rapporto da scaricare.
Fonte: di Alessia Ciccotti CSVnet