Riceviamo e pubblichiamo
“La cultura della salute mentale deve passare attraverso un cambiamento nella percezione collettiva. I disturbi mentali sono spesso ignorati o stigmatizzati, e questo rappresenta il vero crimine di pace che stiamo vivendo. La chiusura dei manicomi non ha segnato la fine della battaglia, ma l’inizio di una nuova lotta per garantire che le persone affette da disturbi psichici possano vivere con dignità e senza paura. In Calabria, come nel resto d’Italia, la carenza di figure professionali e la difficoltà di accesso ai servizi rendono urgente una riforma del settore. È necessario un impegno collettivo, a partire dalle istituzioni, per combattere l’emarginazione e favorire l’inclusione. La riforma Basaglia va rilanciata, non solo come atto simbolico, ma come impegno concreto che prenda forma nella quotidianità”.
È quanto afferma la consigliera regionale Amalia Bruni, intervenendo ieri sera all’incontro organizzato nella Galleria “Coriolano Paparazzo” di Catanzaro, in occasione della mostra fotografica “Tu Interni…Io Libero”.
La rassegna espone trentacinque scatti in bianco e nero di Gian Butturini (1935-2006), frutto di un ampio reportage realizzato nel 1977 tra Trieste e Gorizia, quando il fotografo bresciano fu invitato dallo psichiatra Franco Basaglia, ideatore della legge 180, per documentare il processo di riforma delle strutture psichiatriche.
Dopo aver presentato la mostra, Francesco Mazza, direttore artistico della rassegna, ha sottolineato l’inadeguatezza degli strumenti attualmente utilizzati per promuovere la cultura dell’accettazione del disturbo mentale. A dialogare con la consigliera Bruni è stato anche il dottor Bonaventura Lazzaro, direttore del centro clinico “San Vitaliano”.
“Credo che l’intento di Basaglia non fosse quello di cancellare la malattia mentale, ma piuttosto quello di favorire una società che riconoscesse e accogliesse chi soffre di questi disturbi. Le malattie esistono e non vanno ignorate. Il vero punto cruciale è come la società affronti queste problematiche, garantendo dignità e inclusione a chi è vulnerabile. La vera questione è la paura, che nasce dalla mancanza di conoscenza. Come diceva Alda Merini, la paura è il frutto dell’ignoranza. Quando conosciamo e comprendiamo il problema, possiamo relazionarci senza timore e affrontarlo con consapevolezza”, ha dichiarato la consigliera Bruni rispondendo alle sollecitazioni di Lazzaro e Mazza.
“La chiusura dei manicomi, una battaglia avviata da Basaglia, è stata una grande conquista di civiltà. Tuttavia, purtroppo, la riforma non è stata accompagnata da un sistema sanitario adeguato che supportasse questa integrazione sociale. La mentalità collettiva deve evolversi, e la società deve riconoscere queste persone non come ‘pazze’, ma come individui che meritano le stesse opportunità e attenzioni di chiunque altro”, ha proseguito la Bruni.
“Superare lo stigma e permettere a queste persone di vivere dignitosamente, di essere ascoltate e curate senza essere emarginate è la vera sfida. Disturbi come l’Alzheimer e altre patologie cognitive sono una realtà diffusa, ma oggi siamo ancora lontani da un sistema sanitario in grado di affrontare efficacemente queste patologie. Lo stesso sistema, che spesso non è pronto a riconoscere e gestire i disturbi mentali, potrebbe essere migliorato con l’introduzione di nuove figure professionali, come gli psicologi ambulatoriali, che potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel rispondere ai bisogni di salute mentale emergenti”, ha aggiunto la consigliera.
Amalia Bruni ha, quindi, rilanciato la discussione sulla proposta di legge per l’istituzione dello “psicologo di base”, attualmente in discussione nella Terza Commissione, un complesso normativo che “risponde ad un nuovo bisogno di salute a cui non si può rispondere con strumenti vecchi e inadeguati”.
“Il disagio psicologico è un fenomeno in crescita, che affligge sempre più persone, influenzando la qualità della vita di chi ne soffre e di chi gli sta vicino. In particolare, i giovani sono a maggior rischio. È urgente un intervento strutturato delle istituzioni, che ponga la salute mentale al centro del benessere generale”, ha spiegato Bruni.
“La proposta legislativa che intende introdurre la figura dello ‘psicologo di base’ nelle cure primarie risponde a questa crescente necessità, creando una rete di supporto che avrà effetti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini. L’obiettivo è favorire l’accesso a trattamenti psicologici precoci, prevenendo il peggioramento di problematiche psichiche più gravi e migliorando il benessere complessivo. La richiesta di questa legge arriva principalmente dai giovani, e non possiamo ignorare questa richiesta di attenzione”, ha concluso la consigliera Bruni.