Entra in vigore lo statuto della Fondazione Italia Sociale

riforma del terzo settore

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (di sabato 9 settembre) del decreto del presidente della Repubblica del 28 luglio scorso, entra in vigore lo statuto della Fondazione Italia Sociale. Il documento è composta da dieci articoli. «La Fondazione è una persona giuridica privata e risponde a principi e allo schema giuridico della fondazione di partecipazione», stabilisce il primo articolo (comma 2). La Fondazione ha sede a Milano.

L’articolo 2 stabilisce lo scopo e gli ambiti di attività: «La Fondazione ha lo scopo di sostenere, mediante l’apporto di risorse finanziarie e di competenze gestionali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti del Terzo settore… caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti maggiormente svantaggiati. La Fondazione, nel rispetto del principio di prevalenza dell’impiego di risorse provenienti da soggetti privati, svolge una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell’intervento pubblico».

Questo invece il ventaglio di strumenti che ha a disposizione il nuovo ente:
investire in progetti anche imprenditoriali degli enti di Terzo settore in grado di rispondere a bisogni sociali diffusi (anche con riferimento alla diffusione di modelli di welfare integrativi rispetto a quelli già assicurati dall’intervento pubblico) e ad alto impatto occupazionale, con strumenti di partecipazione, prestito e garanzia;
promuovere, anche in cooperazione con uno o più soggetti intermediari, la costituzione di fondi per l’investimento sociale e/o partecipare in fondi costituiti da soggetti terzi e destinati a organizzazioni del Terzo settore;
investire in strumenti di finanza sociale – quali ad esempio strumenti di microcredito e obbligazioni sociali (social bond) – mirati in particolare al consolidamento e alla crescita di organizzazioni esistenti o alla nascita di nuove imprese innovative nel settore sociale;
acquistare beni immobili o ricevere in comodato beni immobili privati ovvero, con le modalità e nei limiti previsti dalla legge, pubblici, da utilizzare per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali o da destinare all’utilizzo per finalità sociali da parte di organizzazioni del Terzo settore;
sostenere, avvalendosi di intermediari autorizzati, prestiti a soggetti del Terzo settore erogati da finanziatori al fine di contenere gli oneri per interessi;
promuovere la cultura dell’imprenditorialità sociale attraverso l’organizzazione di iniziative, convegni e seminari, la stampa di materiali didattici e informativi e l’utilizzo delle tecnologie digitali;
svolgere attività funzionali alla creazione ed allo sviluppo delle organizzazioni del Terzo settore, in particolare offrendo alle stesse direttamente o tramite soggetti terzi servizi di consulenza, capacity building e tutoraggio;
promuovere la raccolta, diretta o indiretta, di fondi da erogare a favore dei progetti e delle iniziative della Fondazione anche mediante il ricorso a iniziative donative per fini sociali e campagne di crowdfunding, nel rispetto delle disposizioni in materia di fondazioni;
attuare ogni forma di stabile collaborazione con enti, pubblici e privati, e organizzazioni italiane ed internazionali la cui attività sia rivolta, direttamente o indirettamente, al perseguimento dei suoi fini, anche partecipando alla costituzione di nuovi enti;
promuovere iniziative per laricognizione e l’analisi dei bisogni sociali al fine di ottimizzare le proprie attività a sostegno degli enti del Terzo settore.

La dotazione iniziale della nuova Iri del sociale – per usare una formula cara a Vincenzo Manes, già consulente pro bono del Governo per il Terzo settore e candidato numero uno ad assumere le redini del nuovo ente – è prevista in un milione di euro di fondi pubblici. Dopo una prima fase in cui la Fondazione sarà guidata dai tre membri del board provvisorio nominati dal Governo, la Fondazione sarà amministrata da un comitato di Gestione composto da 10 membri. Oltre ai 3 immediatamente in carica nominati da Presidenza del consiglio dei ministri, ministro dell’Economia e ministero del Welfare (che esprime la presidenza) i componenti saranno espressione del Consiglio nazionale del Terzo settore (1) e del collegio dei partecipanti (6).

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