In occasione della 4a Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta, che ricorre l’8 febbraio, la Fondazione Città Solidale Onlus vuole sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto si continua a realizzare a livello regionale, provinciale e nella città di Catanzaro, con interventi rivolti alle tante persone vittime del traffico degli essere umani finalizzato allo sfruttamento a mezzo di prostituzione o accattonaggio.
Si tratta in particolare del progetto In.C.I.P.I.T., di cui la Regione Calabria è titolare e che è realizzato da una rete di organizzazioni del privato sociale, che anche quest’anno metterà in atto azioni di prevenzione ed emersione delle vittime della tratta. Gli interventi, mirati ed efficaci, saranno coordinati da una cabina di regia che agisce a livello regionale ed ha consolidato negli anni precedenti un’importante esperienza.
Infatti, nonostante l’apparente diminuzione degli sbarchi, si nota comunque un incremento delle persone che chiedono aiuto, in quanto soggette a sfruttamento ed a minacce. I recenti fatti di Rosarno (precisamente nella tendopoli di San Ferdinando), in cui è stata uccisa una ragazza nigeriana e ne sono state ferite altre due, fanno riflettere molto sui luoghi in cui lo sfruttamento può annidarsi. Non vi sono zone franche, siano esse campi profughi o strutture di accoglienza, tanto meno città nelle quali esista una forma di protezione.
Per questo, il progetto In.C.I.P.I.T. interessa tutte le province, con delle unità che intervengono sul territorio direttamente a contatto con le vittime, favorendo in primo luogo un approccio umano e successivamente la possibilità di emersione della vittima, aprendo così un percorso di protezione e integrazione sociale. Le unità di contatto sono lo strumento con il quale si può avere una dimensione realistica di quanto sta succedendo in relazione allo sfruttamento della prostituzione, del lavoro, e dell’accattonaggio. Un fenomeno sicuramente in aumento, che si modifica, che si evolve e che viene manovrato con scaltrezza dalle organizzazioni criminali.
Oltre al servizio delle unità di contatto, sono attivi in tutta la regione e quindi anche nella città di Catanzaro, dei servizi di accoglienza residenziale, in strutture protette, ove le persone accolte hanno la possibilità in primo luogo di ristabilire il proprio equilibrio psicofisico, compromesso da quanto vissuto. In secondo luogo, le vittime hanno la possibilità di poter comunicare con un’equipe multidisciplinare per intraprendere il proprio percorso di riscatto, acquisendo la dignità di persona umana che era stata azzerata dai trafficanti. In terzo luogo, infine, le vittime vengono avviate in percorsi di formazione lavoro e di inserimento lavorativo. Infatti, consentire un ingresso nel mondo del lavoro e una relazione positiva con il tessuto sociale consente di realizzare il sogno delle vittime, le quali partono dai loro paesi con false promesse di lavoro per poi essere sfruttate. I percorsi di accoglienza residenziale sono pertanto un itinerario in cui la vittima è parte fondamentale del suo percorso.
L’8 febbraio, non è stato scelto a caso, ma è il giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Giuseppina Bakhita, suora sudanese che, da bambina, fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, e che è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II. Si tratta dunque di un esempio di donna che è riuscita, con il sostegno della fede, a intraprendere un percorso di rinascita e resilienza.
Il fenomeno della tratta è purtroppo anche visibile, lo riconosciamo ogni giorno nelle nostre strade, fuori dagli esercizi commerciali, in tutti i luoghi in cui sono presenti persone extracomunitarie che svolgono attività lucrative non autorizzate. Come cristiani abbiamo il dovere di dare risposta a questo fenomeno e non soltanto di formulare giudizi affrettati. Riteniamo che questa giornata di preghiera, che è poco conosciuta dai più, possa essere un ulteriore stimolo a riflettere su quanto sta avvenendo anche sul nostro territorio.