A famiglie povere i beni sottratti alla criminalità
Prende corpo il decreto sicurezza che potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri questa settimana. Oltre al giro di vite sul noleggio dei furgoni con finalità anti-terrorismo e alla stretta sugli sgomberi la bozza del provvedimento a cui sta lavorando il ministro Matteo Salvini prevede la possibilità di dare in affitto alle famiglie bisognose una parte dei beni sottratti alle cosche.
Bruno e Cimmarusti —a pag. IN ARRIVO IL DECRETO SICUREZZA Alle famiglie «povere» i beni sottratti alla mafia Ivan Cimmarusti
Nel decreto “sicurezza” che è atteso al Consiglio dei ministri in settimana e che dovrebbe affiancarsi alla stretta già pianificata sull’immigrazione spunta un’ampia riforma del Codice antimafia. Soprattutto in materia di confische dei beni di proprietà della criminalità organizzata. Una su tutte: la possibilità che l’immobile sottratto alle cosche sia dato in affitto “sociale” alle famiglie in condizioni di disagio contenuta in una bozza del Dl che Il Sole Ore del Lunedì ha avuto modo di visionare. Con una novità all’orizzonte anche per le aziende: i provvedimenti di sequestro, confisca e nomina di amministratore giudiziario andranno iscritti presso il registro delle imprese. Un pacchetto di misure che si affianca agli altri capisaldi del provvedimento già annunciati: dal giro di vite sul noleggio di furgoni con finalità-antiterrorismo alla stretta sugli sgomberi degli edifici occupati illegalmente fino alla possibilità per i vigili urbani in servizio ai posti di blocco di accedere alle banche dati di Polizia e Carabinieri. Ma entriamo nel dettaglio.
Locazioni in caso di disagio economico L’articolo della bozza di decreto detta una serie di modifiche dell’articolo del Codice antimafia del . Tra queste spunta la possibilità di cedere in locazione gli immobili confiscati a soggetti in difficoltà economiche. I beni, infatti, possono anche avere lo scopo di «incrementare l’offerta di alloggi da cedere in locazione a soggetti in particolare condizione di disagio economico e/o sociale». Atti della confisca nel registro imprese Di non secondaria importanza è l’articolo del decreto che inserisce l’articolo -bis in tema di «iscrizione di provvedimento al registro delle imprese». Così potranno essere liberamente consultabili la nomina dell’amministratore giudiziario e tutti gli atti giudiziari pubblici relativi all’impresa confiscata.
Finanziamenti all’Interno e alla Giustizia Il testo prevede delle novità anche in tema di autofinanziamento ai dipendenti e alle strutture del ministero dell’Interno e della Giustizia. In particolare si prevede – con la modifica del comma del Codice antimafia – che attraverso la vendita dei beni confiscati affluiscono finanziamenti «nella misura del % al ministero dell’Interno, per la tutela della sicurezza pubblica e per il soccorso pubblico, nella misura del % al ministero della Giustizia, per assicurare il funzionamento ed il potenziamento degli uffici giudiziaria e degli altri servizi istituzionali».
Commissariamento dei beni Tra i nuovi spunti c’è anche un aspetto legato alla razionalizzazione delle procedure di gestione e destinazione dei beni confiscati da parte degli enti locali. Il decreto precisa che «se entro un anno l’ente non ha provveduto alla destinazione del bene, l’Agenzia nazionale dispone la revoca del trasferimento ovvero la nomina di un commissario con poteri sostituitivi». Il particolare non è di poco conto, in quanto non di rado si registrano, a livello locale, difficoltà nella destinazione di alcuni beni, per questioni legate a pressioni e minacce, come emerso da numerose indagini giudiziarie.