A Girifalco la festa di S. Giuseppe con i ragazzi delle strutture psichiatriche

Salvatore Ritrovato

Il tradizionale appuntamento socio-culinario girifalcese del giorno di S. Giuseppe, “‘U cumbitu”, tenutosi anche quest’anno, ha coinvolto gli ospiti delle Strutture residenziali psichiatriche (SRP) di Girifalco, ai quali la locale Pro-loco e altre associazioni presenti sul territorio, come l’Avis e la Prociv, hanno voluto manifestare la propria vicinanza con l’offerta (con la benedizione del parroco, don Orazio) del classico menu del 19 marzo: pasta, ceci e baccalà.

“E’ stata, ancora una volta, una giornata di festa in cui si sono ritrovati insieme i cittadini e i pazienti, perché la festa e le tradizioni di Girifalco siano festa e tradizioni per loro: loro sono Girifalco”. Così ha commentato l’evento Salvatore Ritrovato, responsabile del Centro Salute Mentale di Soverato, sottolineando la presenza alla festa di alcuni ragazzi dello SPRAR, nel segno di una ferma volontà di vera integrazione. Un pranzo squisito, i dolci, il karaoke, i balli, grande allegria, ma soprattutto i sorrisi degli ospiti e dei ragazzi dello SPRAR e lo straordinario spirito e altruismo delle associazioni.
Si sa, infatti – ha dichiarato Ritrovato – quanto l’aspetto ludico-ricreativo, sia di grande importanza, poiché dà loro la possibilità di percepirsi come soggetti in grado di gioire delle piccole cose di tutti i giorni e della capacità di stare insieme in modo festoso”.
Gli ospiti delle SRP sono inseriti nei percorsi riabilitativi, individuali e di gruppo, allo scopo di riconquistare il possesso delle proprie abilità relazionali, comunicative, affettive.
Alla conclusione del progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato, sono restituiti alle loro famiglie, ai loro contesti ambientali, con la possibilità di vivere una vita piena ed integrata nella società.
“Sarebbe bello – ha infine concluso il responsabile del CSM – se le istituzioni offrissero, ai soggetti sofferenti di importanti patologie psichiatriche, alla conclusione del ciclo curativo, la possibilità di essere inseriti in progetti di work-experience, affinché, attraverso il lavoro, possano riacquisire la piena cittadinanza sociale.”

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