In piazza associazioni, parlamentari e i bambini delle scuole per chiedere che la legge sullo ius soli venga approvata. Miraglia: “Bisogna fare un passo verso il futuro”. Vivanco: “Noi non ci fermeremo”. La relatrice Lo Moro: “La loro sfida è anche la mia, andiamo fino in fondo”.
ROMA – Ci sono i bambini della scuola Pisacane, la più multietnica della Capitale. Ci sono i ragazzi di seconda generazione arrivati da tutta Italia, le associazioni e i parlamentari. A piazza del Pantheon a Roma è in corso il “Carnevale della cittadinanza”, una giornata all’insegna dell’allegria per attirare l’attenzione su un tema su cui però – assicurano gli organizzatori- non c’è nulla da scherzare: la legge che riforma il diritto alla cittadinanza. Lo ripetono tutti: non si può più aspettare, non si può fare questo gioco sulla pelle dei bambini”. Nell’ultimo dei quattro sit-in di febbraio organizzati da Italia sono anch’io e Italiani senza cittadinanza l’imperativo è mandare un messaggio chiaro ai senatori e al governo perché si decidano a far diventare legge il ddl che riforma la 91 del 1992.
“Chi cresce o nasce in Italia è italiano. L’ Italia già lo sa, ma sono Camera e Senato che devono capirlo. Noi non possiamo più aspettare. Torneremo nelle piazze come abbiamo già fatto qui, a Milano e a Londra, per chiedere che la legge cambi. Non ci fermeremo. Non è possibile che a questi bambini non sia riconosciuto un diritto fondamentale”, sottolinea Paula Baudet Vivanco, di Italiani senza cittadinanza. Sulla stessa scia anche Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci nazionale e portavoce della campagna L’Italia sono anch’io: “Il senatore Zanda ci ha promesso che ci sarà un passaggio in commissione, ma se la Lega continuerà a fare ostruzionismo il disegno di legge verrà portato in aula. Lo speriamo perché invece di impegnarsi sul decreto Minniti il governo dovrebbe mettere la faccia su questa riforma, che è una vera emergenza. E fare un passo verso il futuro”.
Tra i ragazzi in piazza anche Chouaib, 23 anni, arrivato a Trieste dal Marocco a soli sei mesi dal Marocco, e che oggi è ancora in attesa di essere riconosciuto italiano pur essendo cresciuto qui. “E’ come vivere perennemente limitati, come sentirsi diversi pur essendo uguali agli altri – spiega – non abbiamo diritto al voto ma anche semplicemente a fare un viaggio con la scuola a Londra perché col permesso di soggiorno non ci si può andare. Siamo indietro come paese, bisogna cambiare. Ai parlamentari dico: smettetela di giocare con le nostre vite”. E in piazza a sostenere i ragazzi di seconda generazione c’è anche la relatrice della legge al Senato, Doris Lo Moro: “la vostra scommessa è anche la mia – ha detto ai ragazzi -. Sono coinvolta da cittadina oltre che da parlamentare che approvare questa legge sia importante, per questo mi sono assunta la responsabilità di farlo e intendo portare avanti l’intento fino in fondo. Non voglio dare false speranze, ma sono convinta che ce la faremo”. Tra i tanti politici passati in piazza anche Matteo Orfini che in una recente intervista ha spronato il governo a mettere la faccia sulla riforma. Anche Livia Turco si è presentata al sit-in per ricordare che la prima legge che voleva cambiare in maniera organizza il diritto alla cittadinanza fu presentata nel 2000. “Oggi siamo nel 2017 e non si riesce ad ottenere neanche quella che guarda ai bambini che sono italiani di fatto, che parlano la nostra lingua, che sono più italiani di tanti altri in Italia . Deve essere approvata prima che finisca la legislatura, è una priorità in base al programma che abbiamo presentato alle elezioni”. (ec)
Fonte Redattore Sociale