A sei mesi dall'inizio, i primi risultati di Tessere di Comunità

Più di 150 persone coinvolte, di cui 20 coppie, 30 famiglie, 32 bambini, 15 operatori dei Centri di Ascolto Caritas, 15 volontari di associazioni del Terzo settore, 20 parroci dell’intera Diocesi. 150 ore di seminari, laboratori e training condotti da un’équipe di professionisti del settore (educatori, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti, counselor). A sei mesi dall’inizio del progetto sono questi i primi risultati che danno la misura del successo e del gradimento del progetto Tessere di Comunità che, realizzato dal Centro Calabrese di Solidarietà in collaborazione con la Caritas diocesana di Catanzaro-Squillace e finanziato dai Fondi Cei 8×1000 di Caritas Italiana si è svolto nell’intera Diocesi di riferimento con l’obiettivo di aiutare famiglie, persone e gruppi in difficoltà, sostenendoli, senza lasciarli soli nella vita quotidiana in balia di isolamento, paure e pregiudizi.

Pensata come un moltiplicatore di socialità e cittadinanza, l’iniziativa si è concentrata sulla risposta ai bisogni che molte famiglie, persone e gruppi in difficoltà hanno espresso di avere spazi collettivi e professionisti del sociale a disposizione per potersi confrontare ed essere stimolati e sostenuti per affrontare insieme i problemi del territorio e trovare soluzioni durature.
Obiettivo generale è quello di promuovere sviluppo di comunità, generare reciprocità, incoraggiare corresponsabilità e nuove forme di mutualismo (famiglie che aiutano famiglie) per sviluppare una carità di popolo, intendendo con “carità” il farsi prossimo all’altro, fare insieme a lui un pezzo di strada per aiutarlo ad affrontare la sua condizione di vulnerabilità.
“Il progetto proseguirà fino alla fine dell’anno – afferma Cristina Marino, pedagogista e coordinatrice del progetto presso il Centro Calabrese di Solidarietà – con la chiara intenzione di continuare a promuovere la dimensione comunitaria locale, sviluppando il microcontesto socio-culturale in cui vive la persona e creando un circolo virtuoso che valorizzi i talenti e le capacità che le famiglie posseggono già intrinsecamente. Il progetto vuole sperimentare un tipo di intervento, realizzato in un modo similare già in altre città italiane, per portare aiuto alle famiglie fragili concretamente e in un modo innovativo rispetto ad altri interventi sociali più tradizionali. Si tratta di formare famiglie-risorsa che affiancheranno famiglie-fragili che stanno vivendo un periodo di difficoltà nella gestione della vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli; i membri di una famiglia offrono le proprie competenze determinate dall’età, dalla professione e dalle inclinazioni specifiche. In questo modo vengono valorizzate le potenzialità reciproche e la famiglia viene finalmente vista come una risorsa e non come un problema”.

I servizi offerti dal progetto Tessere di Comunità fino ad oggi sono stati variegati e hanno compreso spazi di ascolto per famiglie (presso lo Spazio Famiglia ubicato all’interno del Servizio Sociale Comunale Area Minori di Via Fontana Vecchia a Catanzaro), training formativi e di rilassamento e incontri di formazione specifici. In particolare sono stati attivati:
– uno sportello famiglie, uno spazio di accoglienza , informazione ed ascolto rivolto a singoli, coppie, minori e famiglie che ha offerto consulenza legale, psicologica, pedagogica e orientamento al lavoro
– training SFP (Strenthening Families Program) finalizzato al rafforzamento delle competenze educative e al sostegno della genitorialità presso l’Oratorio della Parrocchia di Mater Domini
– un corso di formazione per operatori di prossimità con un ciclo di 5 incontri
– training di rilassamento per il miglioramento del proprio benessere psico-fisico (un ciclo di 5 incontri).

Grande successo ha avuto il corso di formazione per Operatori di Prossimità di 40 ore svoltosi presso i locali dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Catanzaro. Le 5 giornate formative intensive sono state realizzate grazie alla presenza del Direttore Don Antonio Bomenuto, il cui prezioso contributo teologico, sui temi della prossimità e della carità, ha innalzato il valore della proposta formativa medesima. Il corso è stato, altresì occasione d’incontro e collaborazione con la Pastorale Familiare Diocesana, i cui responsabili, i coniugi Leone, hanno messo a servizio dei partecipanti e del gruppo dei formatori la loro esperienza pastorale e la loro umanità.
Le parole di feedback dei partecipanti (Condivisione, speranza, aiuto, sostegno, ascolto, amore, collaborazione, riconoscersi nell’incontro con l’altro…. per conoscere bisogna accettare i limiti dell’altro ed entrare nella sua storia… ) testimoniano l’autentico e propositivo interesse e coinvolgimento dei partecipanti nel voler diventare “operatori di contagio” positivi, sempre più impegnati nel rispetto dell’umanità delle persone e desiderosi di avventurarsi in progetti inclusivi per essere “tessitori di relazioni”.

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