A Vibo Marina è emergenza povertà

VIBO

IL CROLLO DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE E L’AUMENTO DEL TASSO DI DISOCCUPAZIONE TRA LE CAUSE DEL DISAGIO SOCIALE

A Vibo Marina è emergenza povertà

Mons. Di Bella: «Sono tantissime le persone che chiedono aiuto alla parrocchia»

 

Vittoria Sicari

Il vento della ripresa economica soffia sempre più lontano dal Vibonese, dove ormai da anni è emergenza povertà.

Sono, infatti, in aumento i residenti costretti a fare i conti con il dramma della perdita del posto di lavoro (solo un vibonese su tre lavora) e con la crisi che non arretra di un millimetro, infatti il reddito (circa 11 mila euro annui a famiglia) è molto al di sotto della media nazionale (26 mila euro).

Ad essere maggiormente penalizzato è il tessuto produttivo delle frazioni marine, messo in ginocchio dall’alluvione del 2006 e dalla crisi del settore edile che ha portato alla chiusura dell’Italcementi, il grosso colosso industriale su cui poggiava un indotto di circa 400 persone.

Mancanza di lavoro e figli da mantenere sono dunque le principali cause del disagio sociale che investe Vibo Marina, la più popolosa frazione del Comune. La gente è avvilita e non sa più a che santo votarsi. Anche l’economia del mare, legata alla filiera della pesca è ormai al capolinea. I pochi pescatori rimasti non riescono più a sbarcare il lunario. Con il sogno dell’industrializzazione naufragato e con il mancato decollo del settore turistico la realtà costiera resta pertanto imprigionata tra prospettive e sottosviluppo. Così la schiera di quanti sopravvivono privandosi persino delle cose necessarie è in aumento. Sono in tanti, infatti, secondo i dati a disposizione del parroco mons. Saverio Di Bella, a bussare alle porte della parrocchia per chiedere aiuto.

«Ci sono moltissime persone – esordisce mons. Di Bella – che si rivolgono alla chiesa ed alla Caritas parrocchiale non solo per alimenti e vestiario, ma pure per il pagamento di bollette e farmaci, così come per visite specialistiche ed altre prestazioni sanitarie».

È una schiera di poveri in aumento «a chiedere sostegno – aggiunge il sacerdote – ed è soprattutto gente che non frequenta la parrocchia». Questo a riprova del fatto che il territorio costiero forse più della città capoluogo è quello in cui c’è il numero più alto di indigenti. «La nostra parrocchia – prosegue il parroco – conta circa diecimila fedeli». Un numero abbastanza elevato a cui si aggiungono stranieri, extracomunitari, migranti. Tra le fasce più colpite le famiglie numerose, quelle con un solo genitore e i giovani. Ma la povertà è soprattutto emergenza abitativa. Il diritto alla casa resta, infatti, una delle tante priorità disattese, cancellate, purtroppo, dall’agenda di governo da oltre un decennio. Quindi la Chiesa e le poche associazioni presenti sul territorio sono sempre più prese di mira dalla schiera di quanti sono costretti a vivere in miseria. Per alleviare il disagio sociale la Caritas ha voluto istituire anche a Vibo Marina la mensa dei poveri. «Sono circa 35 pasti – aggiunge mons. Di Bella – che vengono serviti dal lunedì al venerdì». Naturalmente la preziosa opera che svolge la parrocchia non è di per sè sufficiente a risollevare le sorti dell’area costiera, dove i cittadini devono fare i conti non solo con disoccupazione e disservizi, ma anche con i problemi legati al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera.

Allegato:

Il dossier

In base al rapporto nazionale della Caritas le condizioni di povertà assoluta si riscontrano soprattutto al Sud, nelle famiglie con anziani, nei nuclei con almeno tre figli piccoli e in quelli in cui nessun componente lavora. Ma la grave privazione è presente soprattutto dove il tessuto economico produttivo è ormai sfilacciato. Vibo Marina è tra le realtà locali in cui l’incidenza della povertà è in aumento.

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