Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, assieme al presidente uscente di Unicef Calabria, Francesco Samengo, delegato dal presidente del Comitato Italiano per l’Unicef, Giacomo Guerrera, e la coordinatrice del Programma Italia Unicef per bambini migranti e rifugiati, Anna Riatti, hanno siglato a Roma una convenzione avente per oggetto l’attivazione di una collaborazione tra lo stesso Garante e l’Unicef per la realizzazione di corsi di formazione e/o aggiornamento e attività di supporto e monitoraggio per i tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati rientrante nell’ambito del progetto “Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia”.
«Si tratta – spiega Marziale – di un ulteriore passo in avanti che la Calabria compie nel procedimento di accoglienza e tutela degli sventurati bambini e adolescenti che approdano nelle nostre coste, soli, stremati e senza alcun orientamento. Una Calabria che si distingue a livello nazionale ed europeo, essendo la regione che ha attivato per prima i corsi di formazione per tutori dei minori stranieri non accompagnati, dopo l’avvento della Legge Zampa, che affida ai Garanti il compito e ciò è stato possibile grazie all’instancabile dinamismo del comitato regionale Unicef guidato da Francesco Samengo. Ad oggi abbiamo provveduto a formare ben 160 persone, con il contributo anche dell’ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Cosenza. L’Unicef è stata la prima a far partire i corsi, d’intesa con il Garante e l’Università Mediterranea. L’accoglienza di questi ragazzi richiede conoscenza del fenomeno ed alta specializzazione che il presidente Samengo ha saputo puntigliosamente organizzare e mettere a disposizione del Garante, non solo in fase di formazione, ma soprattutto di costante aggiornamento e monitoraggio».
«Non v’è dubbio che la sinergia tra il Garante Antonio Marziale e l’Unicef calabrese – afferma Francesco Samengo – ha portato la Calabria a distinguersi in merito alla corretta applicazione della Legge Zampa, con prontezza e qualità, tra le prime realtà italiane ad attivarsi in questo senso. Un primato che rivendico e che su tutti i tavoli istituzionali viene riconosciuto ampiamente. Credo che alla base vi sia un sentimento degli attori di questa impresa umanitaria capace di amplificarsi nella società e generare ulteriori vocazioni. Il fenomeno delle migrazioni con minorenni loro malgrado protagonisti è destinato ad aumentare in maniera significativa ed allora a noi tutti il compito di agevolare non solo l’accoglienza, ma anche e soprattutto la corretta integrazione di queste creature che, scappando da fame, carestie e guerre, a dispetto delle chiacchiere, sono cittadini del mondo, secondo i dettami della Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo».