In merito al tema di acqua non potabile a Vibo Valentia intervengono i giovani di “Ali di Vibonesità”, rappresentati da Nicola Lombardi: «La telenovela legata al sempre più drammatico ed atavico problema sull’approvvigionamento, potabilità e più complessiva qualità dell’acqua che arriva nei rubinetti di casa -sottolineano- continua inesorabilmente a creare possibili e seri problemi alla salute ed è proprio per questo che merita, per i suoi conseguenziali e gravi disagi, una più severa attenzione e certamente più partecipata corresponsabilità. Vibo Valentia, come negli anni precedenti, è ricaduta, puntualmente, nella avvilente trappola sulla sempre più inspiegabile crisi della fornitura e qualità del prezioso liquido. Gli ultimi risultati sui prelievi effettuati in alcuni punti nevralgici del territorio comunale confermano ed investono ancora una volta l’attuale e delicato momento igienico e socio ambientale che vive il cittadino».
«È inutile -aggiungono i membri del sodalizio- riportare alla luce le disperate pagine di esasperazioni e avvilimenti, ricerche e tentativi, studi e confronti, progetti e idee che si sono sempre susseguiti inutilmente e che costituiscono la più orribile telenovela della storia di Vibo Valentia perché sono momenti che tutti i vibonesi conoscono per averle vissute amaramente e sempre e comunque sulla propria pelle. Ancora una volta, però, quanto accade conferma che non esiste la consapevolezza su una volontà composita per avviare a soluzione l’angoscioso problema e che non ci si può continuare ad affidarsi al caso per mettere la solita toppa al buco e poi riaddormentarsi. Nè convince la consueta cultura dell’improvvisazione, delle promesse e delle attese che hanno portato ad un dato inequivocabile: il territorio continua a pagare a duro prezzo la incapacità politica di chi gestisce la situazione e da decenni non riesce a venirne fuori. Irresponsabilità, dunque, di tutti, nessuno escluso».
E ancora: «Non ha senso stare a guardare e dimostrarsi impotenti di fronte ad un fenomeno che continua a seminare sfiducia nella vita di tutti i giorni. Vibo Valentia ed il suo territorio – rimarcano- non possono più tollerare la manifesta incapacità di chi è preposto alla sicurezza e tutela della salute pubblica. Non è più permesso a nessuno la fuga da questo tipo di responsabilità. Eppure il cittadino paga puntualmente il canone ed anche a “buon prezzo” se si considera il tipo di utilizzo che forzatamente gli tocca. Forse potrebbero essere le odierne e disponibili risorse del Pnrr a svegliare e rendere consapevoli Comune, Asp e Sorical, per le parti competenti, a mettere in piedi un progetto che ponga la parola fine alla rete fognaria colabrodo (causa principale del fenomeno) e dia legittime speranze agli stanchi e afflitti cittadini vibonesi sempre più vittime della telenovela più pietosa e drammatica della storia».
L’associazione rende noto: «È in questa direzione che si invitano il prefetto Paolo Giovanni Grieco, massima autorità territoriale di governo e il procuratore della Repubblica Camillo Falvo, massimo garante della giustizia, a voler intervenire a tutela e garanzia della sicurezza e serenità pubblica, promuovendo un tavolo istituzionale e tecnico utile a dare una svolta a questa assurda e non più tollerabile situazione di amarezza che vive la città e che affligge soprattutto le più deboli fasce sociali, gli ammalati, i diversamente abili e quanti non possono contare su alcun tipo di aiuto. Il cittadino ha il diritto di sapere cosa succede e come viene amministrata la cosa pubblica in forma più diretta, per concorrere, con un proprio e possibilmente collettivo parere, a superare una condizione di forte e intollerabile disagio. E come accade per la critica situazione sanitaria ospedaliera, e altro, desidera esprimere il proprio pensiero su un servizio che non rappresenta certamente il rispetto dei propri diritti. Desiderano, infatti, essere informati con tempestività, competenza e responsabilità su cosa succede in questo disgraziato sistema legato all’approvvigionamento idrico e alla derelitta rete fognaria perchè non se ne può più».
«Il cittadino – chiosano – non può più vivere con il timore che dietro l’angolo possa nascondersi una possibile epidemia provocata dall’acqua inquinata che ogni giorno attraversa i rubinetti di tutte le case ed attività, ivi compresi i centri di cura e assistenza. “Ali di Vibonesità”, al termine di un incontro con i soci coordinato dal presidente Tony Bilotta si è detta disponibile a creare un apposito movimento civico capace di seguire e collaborare sulla qualità e l’impegno di chi è proposto alla sorveglianza dei servizi pubblici resi ai cittadini».
Fonte: ilVibonese