Le terapie non farmacologiche consistono in interventi che agiscono sulla sfera cognitiva, comportamentale, relazionale ed emotiva in pazienti sani (come prevenzione) o con demenza da grado lieve a severo (Cilesi, 2007).
Uno, fra questo tipo di interventi, è la Doll Therapy o Terapia della Bambola: nata in Svezia verso la fine degli anni ‘90 dall’idea di Britt Marie Egedius Jakobsson, psicoterapeuta, che l’aveva pensata per stimolare l’empatia e le emozioni del proprio figlio autistico.
Da allora la bambola “Empathy doll” si è trasformata da semplice giocattolo a strumento terapeutico: grazie alle sue caratteristiche particolari (distribuzione del peso, dimensioni, tessuto morbido, sguardo, capelli sbarazzini, posizione di braccia e gambe, dimensioni e tratti somatici) favorisce l’accudimento attivo da parte dell’anziano con grave decadimento cognitivo e la diminuzione di alcuni disturbi comportamentali, diventando così una risorsa nell’affrontare alcune situazioni problematiche che possono presentarsi durante il decorso della malattia.
E’ per questo che la Ra.Gi ha organizzato per il 19 ottobre il primo corso di formazione della terapia della bambola, con rilascio dell’attestato di partecipazione. A presiedere il corso sarà il prof. Ivo Cilesi, ideatore della Doll Therapy.
Per iscriversi basta compilare la scheda di partecipazione.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2016/04/terapia-della-bambola-demenza/