L’associazione “Oltre l’Autismo” di Catanzaro ha organizzato due campi estivi, uno a Catanzaro e l’altro a Lamezia Terme, per bambini con autismo, accompagnati da fratelli, sorelle e amici. Il primo di tre settimane, dal 14 giugno al 2 luglio, quello di Lamezia dal 21 giugno al 2 luglio. Hanno visto la partecipazione di una quarantina di bambini e di due equipe formate da educatori professionali e volontari.
Una iniziativa voluta fortemente dall’associazione per dare la possibilità a tanti bambini con autismo ma anche con sindrome di down (vista la preziosa collaborazione con la sez. AIPD di Catanzaro) di poter vivere un periodo di festa, gioco, condivisione. Momenti di inclusione dei bambini con disabilità con i loro pari che hanno così potuto imparare a interagire al meglio con i loro fratelli, sorelle e amici.
Attraverso percorsi psicomotori, giochi di squadra, piscina e laboratori artistici e sensoriali, la disabilità ha lasciato spazio all’allegria, al sorriso, all’autonomia responsabile, all’aiuto reciproco. Per tutto questo non possiamo che ringraziare le due equipe di educatori e volontari guidati sapientemente a Catanzaro dalle psicologhe Raffaella Maressa e Consuelo Corabi, e a Lamezia dalla psicologa Martina Serratore, dalla pedagogista Maria Elena Saraceno e dall’educatore specializzato Gianmario Foti.
Ringraziamo anche per il campo estivo di Catanzaro l’affettuosa accoglienza di don Gaetano della parrocchia Madonna di Pompei di Catanzaro, l’associazione Clown Vip per la loro allegra e coinvolgente presenza e i vari sponsor e sostenitori che, con le loro donazioni tramite fb e privatamente, hanno reso possibile la realizzazione dei campi estivi. La loro solidarietà, non solo economica, ci ha davvero emozionato. Adesso aspettiamo fiduciosi l’aiuto dei comuni di Catanzaro e Lamezia attraverso i bandi per i campi estivi che a breve dovranno essere pubblicati.
Insomma, un inizio estate diverso per chi come noi vuole andare “oltre” gli stereotipi dell’ autismo come sinonimo di isolamento e per tutti i bambini e le famiglie coinvolte che hanno potuto sperimentare come i loro figli possono e debbono avere le stesse opportunità insieme agli altri bambini, nello studio, nel progettare il loro futuro, nei servizi così come nel gioco.
Tutto ciò è possibile e sarà possibile solo con la conoscenza reciproca tra bambini e famiglie con e senza disabilità, con l’aiuto delle istituzioni e delle associazioni e con il sostegno e la preparazione di professionisti e volontari anche loro pronti a mettersi sempre in “gioco”.