Anoressia nervosa, lo psicologo: “In aumento anche tra i maschi”

L’analisi di Umberto Nizzoli di Sisdca: “Sensibilizzare genitori, insegnanti e medici per cogliere i primi segnali, il tasso di cura sarebbe più alto”. Il 15 marzo la Giornata nazionale del fiocco lilla. In forte aumento il binge eating desorder (ingestione incontrollata di cibo).

BOLOGNA – “Speriamo che si diffonda una maggiore consapevolezza in generale e in particolare fra gli educatori, perché diano un contributo alla formazione del personale medico di base, per me è questo il senso del 15 marzo”. Umberto Nizzoli, psicologo clinico e presidente di Sisdca, Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare lancia un appello in occasione dell’VIII giornata del fiocchetto lilla, la prima riconosciuta da una direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri che nel maggio 2018 l’ha istituita come giornata nazionale. “L’anoressia nervosa insorge prevalentemente fra i 13 e i 19 anni e nella popolazione adulta femminile ha un tasso di diffusione compreso fra 0,8 e 1,2%, mentre la bulimia nervosa ha un tasso di diffusione dell’1,5% per la stessa popolazione e l’assunzione incontrollata di cibo nella popolazione adulta generale ha un tasso di diffusione fra il 3 e il 3,5%”. Nizzoli aggiunge che riguardo all’anoressia nervosa fino a circa 8 anni fa il rapporto storico fra donne e uomini era di 8 a 1, “ma oggi questo rapporto sta crollando, l’anoressia è in crescita nella popolazione maschile, anche se in Italia abbiamo dati epidemiologici con una valenza scientifica bassa, perché mancano gli investimenti sulla ricerca e chi governa si accontenta di andare a spanne”.

Eppure l’anoressia nervosa “è la malattia mentale di cui si muore di più, per questo esiste il 15 marzo, per ricordare le persone che non ci sono più”, avverte lo psicologo, aggiungendo che in California il rapporto fra i generi è quasi pari. La diffusione della bulimia nervosa è stabile negli ultimi anni, mentre l’ingestione incontrollata di cibo, il binge eating desorder, è in forte aumento e può portare alla grande obesità. “È la manifestazione più evidente della dipendenza da cibo”, commenta Nizzoli, che elenca altri disturbi che si stanno diffondendo, come la restrizione degli alimenti da parte dei bambini piccoli che mostrano disinteresse per il cibo, le vigoressie e le ortoressie. “Sono forme socialmente influenzate, strettamente legate a condizioni culturali. Anche in questo caso non ci sono dati epidemiologici seri, ma si può dire che sono in aumento ed esiste la consapevolezza che la convinzione di dover mangiare solo cibi che si considerano sani ha a che fare con le manie e le ossessioni”.

“Quello dei disturbi alimentari è un problema molto grande, perché si correlano a tante patologie, dai disturbi del metabolismo, ai problemi di circolazione allo sviluppo nel caso dei piccoli, con grandi costi per le persone, le famiglie e la società nel suo complesso. Purtroppo sono sottovalutati e male interpretati, spesso considerati come manie, sfizi, stranezze. Ma sono vere e proprie malattie con un rilievo sociale”. Il presidente di Sisdca denuncia un “enorme problema di formazione e sensibilizzazione sia dei genitori e degli insegnanti che di pediatri e medici di base, fondamentale perché possano intercettare i primi segnali. Il tasso di successo della cura sarebbe molto più alto se i disturbi alimentari fossero individuati presto”.

L’importanza di un’attenzione diffusa fra la cittadinanza è il senso dell’iniziativa lanciata da Fanep a Castel San Pietro Terme (Bologna), la onlus che opera all’interno del reparto di neuropsichiatria infantile all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. “Castel San Pietro si presta molto bene, ha un centro storico ben definito dove stiamo coinvolgendo tutta la cittadinanza, dai negozianti che espongono il viola in vetrina, a alle persone che preparano i fiocchetti, all’artista che ha realizzato il monumento che sarà inaugurato il 15 marzo e simboleggia il sostegno di tutti alle persone con disturbi alimentari”. Antonio Lannutti cura la serie di iniziative che va dal 6 al 18 marzo e come genitore ha sperimentato l’importanza di cogliere presto i segnali dei disturbi alimentari e “di far sentire ai ragazzi e ai loro familiari che l’attenzione per i loro problemi dura nel tempo”.

Ogni anno il 15 marzo Fanep si concentra su un tema. “Quest’anno abbiamo scelto di parlare di autostima e fiducia in se stessi e abbiamo dato indicazione ai genitori e ai figli di gratificarsi tra loro, perché diamo per scontato di volerci bene, invece è importante ribadirlo in piazza, mettendo la firma su un monumento che rimarrà nel tempo”. Fanep mantiene attivo uno sportello d’ascolto per adulti che vogliono sapere di più sui disturbi alimentari. “È importante conoscerli prima di ammalarsi o che si ammali qualcuno che ci è vicino, prima che si cronicizzino – aggiunge Lannutti – e l’istituzione della giornata nazionale è importante, vuol dire che prima dipendeva da noi associazioni portare all’attenzione dell’autorità pubblica i gravi problemi legati ai disturbi dell’alimentazione, ora è l’autorità pubblica ad assumersi questa responsabilità”. (Benedetta Aledda)
Fonte Redattore Sociale

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