Riceviamo e pubblichiamo
Da qualche settimana si è aperto un dibattito pubblico sul tema del dimensionamento scolastico che ha toccato il culmine nel momento in cui la Provincia di Crotone, guidata da Sergio Ferrari, ha proposto un piano per il dimensionamento che presenta forti criticità. E’ mai possibile che per tutelare l’autonomia di una scuola se ne debbano cancellare altre? La proposta della Provincia, tra accorpamenti e spostamenti vari, decreterebbe la fine di alcune scuole storiche come il Nautico e il Contabile con alcune aree interne, come Petilia Policastro, a forte rischio di penalizzazione. Tutto parte dal piano di “ri”dimensionamento scolastico approvato dal Governo Meloni con la legge di bilancio 2023 che è fortemente lesivo del diritto allo studio perché, in regioni come la Calabria, le conseguenti difficoltà di carattere gestionale ed amministrativo ricadranno sugli studenti e sulle famiglie, oltre che sulle stesse scuole. Con questa scelta il Governo ha effettuato un taglio corposo al diritto all’istruzione che avrà pesanti risvolti sociali per intere comunità. Da qualunque angolazione la si guardi, è una sconfitta per tutti. E fa specie pensare che chi avrebbe avuto il dovere istituzionale di rappresentare al governo “amico” le gravi conseguenze di questo provvedimento in Calabria, a partire dai parlamentari di maggioranza calabresi, dal Presidente della Regione Occhiuto e da quello della Provincia crotonese Ferrari, abbiano colpevolmente taciuto. Perché il presidente Occhiuto non ha tutelato gli interessi dei calabresi attivandosi presso il Ministero ed il Governo per evitare questa follia che in Calabria determinerà meno istruzione, meno opportunità, meno diritti? E perché la Provincia di Crotone non ha fatto praticamente nulla per opporsi a questo piano, pur conoscendone le conseguenze? Eppure anche la Provincia di Crotone è guidata da una maggioranza che ha i propri referenti politici nell’attuale Governo Meloni. Non vorremmo che a prevalere sia la tutela di interessi specifici di parte e di partito. Insomma, anziché pretendere il rispetto di diritti fondamentali agendo le leve dell’interlocuzione politica nell’interesse dei cittadini, Parlamentari di maggioranza, Regione e Provincia, come troppo spesso accade, sono ben felici di “appiattirsi” rispetto a scelte assunte altrove che non considerano in alcun modo le esigenze ed i bisogni delle comunità. Ancora una volta la dimostrazione che i nostri rappresentanti istituzionali non tutelano i nostri diritti ed a farne le spese è la formazione dei nostri ragazzi e quindi il futuro della nostra terra.