Caporalato e nuova immigrazione
“Pellicole scomode on the road” dell’associazione Libera fa tappa a Briatico
di Giusy D’ANGEL0
BRIATICO–Condizioni di vita e di lavoro disumane, mancanza di tutela da parte delle Istituzioni, la piaga del caporalato. Questo e molto altro dietro i fatti di Rosarno nella rivolta degli immigrati del gennaio 2010, dai quali si è partiti per approfondire fenomeni sociali tuttora in atto. L’occasione è stata offerta dal primo appuntamento di “Pellicole scomode on the road”, l’iniziativa promossa dal coordinamento provinciale di Libera. Una versione itinerante che, alla sua prima uscita, ha riscosso un buon successo per la partecipazione di pubblico e perlavalenza delle tematiche trattate. A Briatico, poi, l’argomento risulta di stretta attualità dal momento che il territorio ospita, in diverse strutture ricettive, oltre 300 ragazzi extracomunitari. Nella prima fase del pomeriggio, realizzatosi nei locali Anap, il pubblico è stato immers onelle suggestive esperienze vissute dai ragazzi di colore che hanno vissuto sulla loro pelle antefatti e conseguenze della rivolta che si consumò nell’area della Piana. ii docufilm”il sangue verde”, del registra Andrea Segre, ha messo in luce quelli che sono stati, e sono ancora, i meccanismi della ndrangheta che continua a ricoprire un ruolo di prim’ordine nella gestione delle comunità di immigrati. Anche grazie alle delucidazioni Snocciolate da Peppino Lavorato, per anni primo cittadino di Rosarno. Emozioni ma anche fatti narrati in prima persona, che hanno fatto comprendere un totale scollamento tra le questioni sociali e le risposte date dalla politica e dalle Istituzioni, Con Carlo Colloca, docente di sociologia urbana all’Università degli studi di Catania, hanno affrontato la discussione, totalmente aperta al confronto con il pubblico, le due giovani rappresentanti di Libera, Maria Joel Conocchiella e Ilenia Grasso. Analizzata la posizione della parte politica del Paese, che con letture veloci delle questioni sociali non comprende i retroscena nascosti dietro a manifestazioni eclatanti quali quelle di Rosarno oppure di Nardò(Puglia). Così come i ritardi nella legiferazione, che arriva sempre dopo le emergenze. Tramite il sociologo, inoltre, approfondito il modo di percepire la presenza degli stranieri in Italia. Profonde le differenze tra un africano e un soggetto proveniente dall’Est Europa: «L’80 per cento dei protestanti–ha specificato Colloca – aveva regolare permesso di soggiorno e venivano da esperienze lavorative nel centro nord, dove esisteva una certa sindacalizzazione, una maggiore consapevolezza dei propri diritti”. Paradossalmente, chi proviene dall’Est, non ha la stesa coscienza di essere cittadino comunitario e come tale depositario di dirittie doveri uguali ad un italiano. In linea generale quando gli extracomunitari rispondono alle esigenze della criminalità organizzata, vanno bene. Quando rivendicano diritti, invece, sorgono problemi». Integrazione, poi, è stata la questione dibattuta dal pubblico presente. In Briatico, secondo l’esperienza di un operatore inserito nel circuito accoglienza, si registrerebbe una non comunicabilità coni ragazzi ospiti. Questi, nonostante gli sforzi delle associazioni nel proporre corsi di lingua, non sempre rispondono in maniera positiva, Il problema, come rimarcato dal sociologo, riguarda Briatico ma anche altri centri, come Brognaturo, dove le associazioni non hanno la stessa capacità di vincolare come i percorsi istituzionali, Esistono realtà, fuori dai cofini nazionali, in cui i soggetti stranieri sono obbligati a frequentare corsi di lingua e regolari controlli diverifica: «Se si continuerà a delegare le associazioni, se non riscopriamo il ruolo delle lstituzioni, si creeranno sempre più discrepanze, Le associazioni possono svolgere attività straordinariamente efficaci ma non possono essere lasciate sole dinnanzi ad emergenze umanitarie, E dinnanzi a emergenze davanti alle quali, molti Stati, pensano bene di innalzare muri e recinzioni.