L’Associazione Attivamente Coinvolte Onlus- Centro antiviolenza regionale, presieduta da Stefania Figliuzzi, esprime vicinanza e solidarietà a Vincenzo Chindamo e i suoi cari, in seguito alle frasi choc che un’insegnante ha rivolto alla figlia di Maria Chindamo, la donna scomparsa a Limbadi(VV), in circostanze non ancora chiarite, il 6 maggio 2016, episodio sul quale la Procura di Vibo Valentia sta indagando per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere.
“Le donne andrebbero tutte sterminate, non servono a nulla». «Tu sempre con questo sorriso, ti dovrebbero fare ministro dell’allegria!»
Queste frasi lasciano sconcerto…. Non si può rimanere in silenzio innanzi ad un fatto così grave, che ha colpito per l’ennesima volta la famiglia Chindamo, già devastata per la scomparsa della giovane Maria, donna e mamma.
E’ necessario reprimere questa forma di “cultura” che istiga alla violenza.
La Mission di Attivamente Coinvolte è quella di dare voce a chi troppo spesso voce non ha.
Il silenzio, l’omertà della nostra società diventano ancora più pericolosi della stessa violenza manifesta. E allora tutti siamo chiamati a interrogarci e a riflettere? Come può essere accaduto?
Ci continuiamo a stupire e a provare smarrimento ogni qual volta ci scontriamo con una subcultura che ha radici nascoste nella nostra vita quotidiana. Tale realtà viene vissuta con un senso di impotenza, si cercano rassicurazioni guardando all’eccezionalità di ognuna di queste vicende: con la pazzia dell’autore, con il disagio sociale della coppia, con il comportamento irregolare di lei, con la gelosie e il “troppo amore” di lui, …….
L’esperienza insegna come un tale modo di affrontare la questione non porterà mai a nessun reale cambiamento. È necessario che si faccia strada un’altra cultura delle relazioni uomo/donna, lontana dalle logiche patriarcali, dagli stereotipi di genere, dalle discriminazioni sottili, dove un nuovo equilibrio fra i ruoli, i diritti e le libertà acquisti cittadinanza, divenga senso comune, contro una violenza che non ha confini o differenza tra ceti sociali. Sempre più appare certo che il focus del disagio è nell’errata visione della proprietaria maschile delle donne del proprio ambito: figlie, mogli, compagne, alle quali non si riconosce la libertà di scelta, la libertà di esistere autonomamente, indipendentemente.
È altrettanto necessario, e non più rinviabile, che il contrasto alla violenza maschile contro le donne passi dall’impegno di ognuna/o di noi, ed in maniera imprescindibile, anche dalla sensibilizzazione e dall’educazione delle nuove generazioni, fin dai primi anni di vita. Una terribile tragedia come quella di Maria, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme di un’emergenza educativa ed emozionale che pervade l’intera società e che deve e può essere fronteggiata attraverso l’impegno non solo delle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza ma anche delle famiglie e di tutte le agenzie educative.
In questa “azione sinergica ed a tutto campo” anche i media possono e, anzi debbono fare la loro parte. Siamo stanche si sentire minimizzare e mascherare la violenza di genere dietro alla parola “conflitto”; siamo stanche di leggere accanto alla parola violenza o femminicidio le parole “amore e passione”!.
L’Associazione “Attivamente Coinvolte” da circa 10 anni opera in Calabria attraverso un numero attivo H24 SOS Violenza 388.3510596, gestisce 4 centri d’ascolto antiviolenza a Catanzaro, Tropea, Parghelia, Chiaravalle centrale, è in rete nel circuito nazionale di grande importanza, aderendo a D.I.RE.(“Donne In Rete Contro La Violenza”), al C.A.D.I.C. (“Coordinamento dei centri antiviolenza regionali calabresi), partecipa al “Tavolo Tecnico di lavoro antiviolenza regionale” è determinata a contrastare ogni forma di violenza. In particolare, tale organizzazione tenta di rimuovere le discriminazioni e che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e lavorativa e ai processi decisionali, di contrastare la violenza di genere e di impegnarsi per modificare la diffusa accettazione degli stereotipi associati ai ruoli tradizionali di uomini e donne nella famiglia e nella società, incoraggiando un’immagine paritaria di uomini e donne, cambiando la percezione tradizionale delle donne come oggetti sessuali, responsabili principalmente della crescita dei figli. Attraverso il capillare lavoro di prevenzione e sensibilizzazione delle operatrici- professioniste specializzate ha inteso, tra le sue diverse azioni sul territorio calabrese, intraprendere un dialogo privilegiato con le istituzioni scolastiche, in quanto luogo di incontro tra pubblico e privato, che può favorire e promuovere la giusta nonché la necessaria responsabilità civile. Un’adeguata opera di sensibilizzazione e prevenzione può assicurare un futuro diverso in cui tutte le differenze, non solo quelle di genere possano assurgere a vere fonti di arricchimento. L’obiettivo principale è quello di far crescere una nuova cultura del “rispetto”, ancora più urgente in un momento di forte crisi valoriale.
Non basta più quindi condannare a parole la violenza. Occorrono fatti concreti. Si parte da questa convinzione. La violenza è un problema che riguarda tutti.
Si cominci agendo sul piano culturale ed educativo, sull’applicazione delle leggi, sulla ricostruiscano dei valori famigliari, si promuova una magistratura attenta e rapida nelle decisioni. Salviamo, la vita e la sua dignità, fondata sulla cultura del rispetto le diversità della persona.
L’associazione si schiera accanto alla famiglia Chindamo ed a tutte le giovani ed i giovani che hanno trovato il coraggio in questi giorni di prendere una posizione chiara e inconfutabile di condanna sulla questione delle discriminazioni e della violenza di genere, per non vanificare le conquiste ottenute fino ad oggi e promuoverne di nuove e chiede a gran voce anche alla società civile, alle istituzioni ed politica la stessa chiarezza e tenacia.
Solo così la violenza sulle donne potrà definitivamente estinguersi.