Le violenze perpetrate nei confronti di un qualsiasi individuo non solo ledono la sua libertá ma soprattutto vanno a ledere nel più intimo di una persona il suo orgoglio e la sua autostima.
In quanto donne ancora oggi – si legge in una nota stampa inviata da Uici Catanzaro – sentiamo il peso di una sorta di sottomissione che dall’altra parte ci viene fatta intedere come atto dovuto, ció soprattutto se all’essere donna associamo l’essere disabile, dipendere da qualcun’altro, sentirsi morire al solo pensiero di essere abbandonata, credere infine che nessun’altro potrebbe mai interessarsi ad una donna disabile, queste sono tutte motivazioni che ancora oggi, in un contesto dove la società si definisce progredita e futuristica, sentiamo ancora parlare di donne vittime di abusi e violenze.
Se n’è parlato ieri pomeriggio nella sala giunta della Provincia di Catanzaro dove l’associazione Di.re., insieme ad attivamente coinvolte, all’UICI di Catanzaro ed all’ENS territoriale hanno organizzato un particolare incontro che rompendo i cardini della violenza fisica in senso sessuale, ha incentrato i vari interventi sulla condizione odierna delle donne disabili.
Caratteristici e soprattutto dettagliati i vari interventi che susseguendosi hanno dato ulteriori spunti di riflessione agli organi istituzionali presenti, infatti a presenziare sono stati il Cons. Reg.le Sinibaldo Esposito, la Consigliera di Parità Elena Morano Cinque, la Presidente della commissione pari opportunita Provinciale Donatella Soluri e comunale Maria Rita Bulotta, presente inoltre il portavoce del forum terzo settore di Catanzaro Giuseppe Apostoliti nonchè i presidenti del Csv Luigi Cuomo e dell’Anmic Sergio Lucisano.
Particolarmente toccanti gli interventi di Stefania Figliuzzi, Teresa Maiolo e Luciana Loprete, infatti ognuno ha rappresentato il suo mondo e la sua difficoltà nel portare avanti con sacrifici un’azione tesa sempre alla savaguardia delle persone più fragili.
“Essere donna cieca oggi non deve per forza significare sottomettersi al proprio partner o familiare – ha affermato Luciana Loprete – non dobbiamo avere paura di dire no, non dobbiamo avere paura di vivere la nostra vota sui dettami di un altra persona, siamo donne disabili si, ma siamo soprattutto esseri umani ed in quanto tali abbiamo il diritto ed il dovere di sentirci liberi di vivere appieno la nostra quotidianità” queste le toccanti parole della massima esponente cittadina dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che ormai da oltre 15 anni si batte in primissima linea per la difesa dei diritti dei ciechi attraverso il recupero, la riabilitazione e la formazione delle persone, tutti strumenti che sono alla base della libertà individuale dell’uomo e della donna e che convergono a supporto delle Leggi che purtroppo non sempre sono sinonimo di protezione. Intervento questo che ha suscitato emozione nel pubblico e che ha succeduto gli interventi di Stefania Figliuzzi che ha esposto auelle che sono le prerogative di un intervento mirato con le donne vittime si abusi ed ha lanciato l’idea di un protocollo d’intesa atto a salvaguardare tutte le categorie di donne, e di Teresa Maiolo che ha voluto ribadire la necessitá che in situazioni di intervento vi sia sempre il supporto di un interprete che possa comprendere velocemente quanto accaduto perchè seppur sia più autonoma, una donna sorda difficilmente puó far capire la propria situazione se non viene compresa.
Un incontro quindi Moderato dalla professionalità di Benedetta Garofalo, responsabile della comunicazione del CSV di Catanzaro e che si e rilevato ricco di contenuti e soprattutto dal quale partire verso la strada di cooperazione che oggi più di ieri risulta essere fondamentale per la salvaguardia dei diritti dei più deboli.
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