In occasione dell’otto marzo l’Auser di Maida ha tenuto un incontro con gli studenti che si è inserito all’interno dello sciopero internazionale NON UNA DI MENO. L’incontro con i piccoli alunni si è tradotto in un momento di riflessione sul fenomeno del bullismo, sia per la presidente Graziella Catozza ed i volontari che per i docenti. Si è discusso della creazione di una rete tra genitori, nonni, docenti e volontari Auser per presidiare il trasporto degli studenti sugli scuolabus: dalle testimonianze dei vigili volontari risulta come gli episodi di bullismo sotto forma di offese, minacce, insulti ed intimidazioni siano sempre più frequenti tra le mura scolastiche, nonostante la massiccia campagna di sensibilizzazione del Ministero dell’Istruzione, e come le vittime preferiscano subire in silenzio piuttosto che denunciare il fatto, forse perché consapevoli dell’impotenza delle istituzioni nell’affrontare il problema.
A preoccupare ancora di più è il cyberbullismo, una forma di violenza e di aggressione psicologica su internet che provoca ferite indelebili, che compromettono lo sviluppo psicofisico dell’adolescente che le subisce. Spesso i ragazzi vengono lasciati soli al proprio destino, senza alcun controllo da parte dei genitori che dovrebbero avere il buonsenso di informarsi, sostenere e proteggere i propri figli.
Un segnale allarmante è rappresentato anche dal continuo utilizzo di playstation con giochi di animazione violenta che generano nella mente dell’adolescente forme aggressive e pericolose nei riguardi dei coetanei.
L’importanza della presenza degli anziani nel nucleo familiare è a questo punto basilare nel processo educativo dei ragazzi, specie in età adolescenziale, in cui si mostrano più vulnerabili a compiere gesti inconsulti e pericolosi. Il primo “focolaio” del bullismo si origina, infatti, all’interno della famiglia: la scuola, d’altro canto, non può sostituirsi alla famiglia, ma ha il compito di prevenire i fenomeni di bullismo e cyberbullismo all’interno delle mura scolastiche, adottando appropriate campagne di sensibilizzazione. A Maida, ad esempio, ci si avvale della collaborazione dei volontari qualificati del Punto di Ascolto dell’ Auser, che sostengono i docenti nel processo coeducativo. A partire dall’inversione di tendenza che vede i docenti rivestire i panni di psicologi, sociologi e baby sitter che di certo a loro non compete.