La giovane azienda trentina Needius ha sviluppato il progetto, che traduce in digitale i quaderni utilizzati nella comunicazione aumentata. A ogni simbolo è associata una parola, che il dispositivo pronuncia con una voce personalizzata.
ROMA – Un tablet per tutti, soprattutto per chi ha difficoltà a comunicare. E per di più, completamente “made in Italy”. Si chiama “Blu(e)” e sta prendendo forma nelle menti dei giovani ingegneri trentini della Needius, il dispositivo pensato in particolare per chi ha un disturbo dello spettro autistico. In pratica, traduce in formato digitale i tradizionali quaderni dei simboli di cui si serve la comunicazione aumentata alternativa (Caa). Un vero e proprio comunicatore digitale, quindi, che sfrutta la tecnologia della Samsung, al fianco dell’azienda in questa “startup”, per offrire ai ragazzi e agli adulti autistici di esprimersi attraverso il touchscreen: a ogni singolo grafico è associata una parola, che viene pronunciata dal dispositivo al posto di chi non riesce a tirar fuori la propria voce. Grazie alla personalizzazione della voce in base all’età e al genere, ben diversa dalla voce metallica e sintetizzata degli altri comunicatori, si dà vita a una vera e propria conversazione.
“Blu(e)”: comunicatore su tablet per autismo
Un’idea che piace molto a Gianluca Nicoletti, giornalista e papà di Tommy, che su Insettopia commenta così la notizia: “E’ interessante perché è un dispositivo specifico pensato per un bisogno pratico dell’ autistico e non un adattamento. L’ hardware è a prova di rottura: ricordo che Tommy, nella fase “mordace”, mi costrinse a cambiare il display e il vetro dell’ iPad almeno quattro cinque volte e la scocca d’ alluminio ancora ha il segno dei denti. Il prezzo è elevato, ma si può comunque chiedere il rimborso perché è innegabile che sia un ausilio abilitativo a tutti gli effetti. La fase più delicata e interessante sarà il servizio di upgrade ed assistenza online ai genitori che, mi pare, faccia parte del pacchetto”. (cl)
Fonte Redattore Sociale