Guardare alla persona, non alla malattia

avulss

All’assemblea elettiva ha partecipato il presidente nazionale, Antonio Todeschini.

Nel giorno prescelto per il rinnovo delle cariche elettive (riconfermate, per alzata di mano, Mirella Chieffo Cognetti alla presidenza e, come membri del direttivo, Ebe Antisari, Immacolata Sorrentino, Giuliana Mirabelli, Annamaria Lanteri e Mara Greco), l’Avulss di Catanzaro ha rinsaldato le proprie motivazioni con il messaggio che il presidente nazionale in persona, Antonio Todeschini, ha rivolto all’assemblea dei soci. Traendo spunto dallo slogan dell’associazione, ovvero “Lavorare insieme per servire meglio”, il presidente Todeschini ha così risposto a chi sottolineava, nel corso dell’incontro al Seminario S. Pio X di martedì scorso, le difficoltà a comunicare con gli operatori sanitari all’interno degli ospedali: “Noi guardiamo alla persona, non alla malattia. Il volontario ha il compito di integrare quella funzione che il medico e l’infermiere non sono in grado di svolgere, tenendo presente che apparteniamo ad un’associazione di ispirazione cristiana che considera il proprio servizio al pari di una chiamata, di una vocazione, le cui motivazioni vanno alimentate quotidianamente. La gratuità con la quale operiamo dev’essere intesa come dono, perché è il bene del malato che ci interessa, nient’altro. Se la gratificazione arriva va bene, altrimenti va bene lo stesso”.

E il più delle volte, su ammissione degli stessi volontari, la gratificazione arriva, perché gli episodi in cui i ricoverati baciano addirittura le mani a chi per mesi li ha assistiti con amore, si sprecano: del resto, i volontari dell’Avulss, che possono contare su motivazioni forti, non si improvvisano, ma entrano in ospedale solo dopo aver frequentato il corso propedeutico e teorico dell’Oari (rappresentata per l’occasione dalla presidente Amalia D’Audino Giancotti), l’unico vero modo per fare verifica di quanto si è in grado di dare.
E’ dal 1992, infatti, che i volontari dell’Avulss prestano ascolto alle esigenze degli ammalati più gravi, instaurando con loro un rapporto che a volte si protrae per tutto il periodo della malattia: ed anche l’organizzazione di convegni scientifici negli ultimi anni – che hanno avuto ad oggetto la depressione, l’auto mutuo-aiuto e l’elaborazione del lutto – e quelli in programma (è in agenda un percorso formativo sullo studio della privacy e, in collaborazione con un’associazione di protezione civile, sugli eventi sismici) è dettata dalla necessità di formarsi per poter dare risposte adeguate a quanti abbisognano di sostegno psicologico. Specie se si tratta di ricoverati dei reparti di oncologia e di ematologia – i quali, unitamente al pronto soccorso ed al reparto dialisi del Pugliese, sono quelli in cui i volontari prestano assiduamente servizio – abituati a vivere con la spada di Damocle sulla testa.

Ufficio stampa CSV Catanzaro

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