Azzardo, la nuova campagna di Mettiamoci in gioco

L’appello del portavoce della campagna, don Armando Zappolini, durante il lancio della campagna “Liberi dal gioco d’azzardo” tenutosi questa mattina alla Camera dei deputati. “Bisogna smascherare i messaggi che vengono da una pubblicità illusoria”.

ROMA – “È ora di prendere decisioni precise e coraggiose a cominciare dall’approvazione della prima legge quadro sul gioco d’azzardo in Italia, da quanto sarà contenuto in materia nella legge delega fiscale e dal riconoscimento del gioco d’azzardo patologico nei livelli essenziali di assistenza garantiti dallo stato”. È questo l’appello lanciato al mondo politico da don Armando Zappolini, portavoce della campagna Mettiamoci in gioco che questa mattina ha lanciato una campagna nazionale di sensibilizzazione contro i rischi del gioco d’azzardo dal titolo “Liberi dal gioco d’azzardo. Con l’azzardo ti giochi la vita”. Per Zappolini, “le pacche sulle spalle e i discorsi contano fino ad un certo punto, bisogna fare degli atti. Aspettiamo segni concreti, perché ogni giorno che passa qualcuno muore nel paese. C’è gente che si sta rovinando. Non è più il tempo di condivisione di principi, bisogna mettere la gente in condizione di difendersi smascherando il messaggio che viene da una pubblicità illusoria e dall’altra bisogna dire alla politica che ogni giorno che passa una casa casca”.
In Italia il gioco d’azzardo riguarda più di due italiani su dieci e ha un fatturato che dal 2004 ad oggi è quadruplicato superando gli 84 miliardi di euro. Una crescita del fatturato, però, che non ha portato risorse in più nelle casse dello stato. Se nel 2004, quando il gioco d’azzardo fatturava 24,8 miliardi, l’erario ha incassato 7,3 miliardi, nel 2013 le entrate superavano di poco gli 8 miliardi. Intanto, spiega la campagna, le ricadute sociali del gioco d’azzardo sono “pesanti”. Se il numero di coloro che hanno giocato almeno una volta nella vita è pari a 17 milioni, cioè il 42 per cento dei residenti in Italia tra i 15 e i 64 anni, sono 2 milioni i cittadini a rischio minimo, circa 700 mila i giocatori ad alto rischio, mentre i patologici sono circa 300 mila.

“Il messaggio che lanciamo con questa campagna – spiega Zappolini – è molto chiaro: attenzione, non fatevi abbindolare dalla pubblicità dei giochi d’azzardo. Non avete quasi vinto e non vincerete facile. Anzi, è vero piuttosto che più giochi più perdi, è matematico”. I messaggi della campagna verranno lanciati grazie a due spot TV e due spot radio, manifesti, dei loghi da esibire alle entrate degli esercizi commerciali e banner per internet. Verrà inoltre creato anche un account Twitter ad hoc e verranno aperte pagine su Facebook gestite insieme ai coordinamenti regionali della campagna. Una delle sfide lanciate dalla campagna è infatti quella di utilizzare tutta la rete aderente per poter diffondere il messaggio della campagna di sensibilizzazione. “Per raggiungere l’opinione pubblica – aggiunge Zappolini – punteremo prima di tutto sui mezzi e sulle strutture delle organizzazioni che aderiscono alla campagna a livello nazionale e locale. Invece di investire soldi per acquistare spazi pubblicitari, scommettiamo sulle relazioni sociali, sulla mobilitazione delle nostre organizzazioni, dei nostri soci e volontari”. Alla campagna Mettiamoci in gioco, infatti, aderiscono diverse organizzazioni: Acli, Ada, Adusbef, Anci, associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso pubblico, Azione cattolica italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Connagga, Ctg, Federazione Scs-Cnos Salesiani per il sociale, Federconsumatori, Federserd, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega consumatori, Libera, Scuola delle buone pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker, Uil, Uil pensionati e Uisp.

Fonte: www.redattoresociale.it

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