In seguito all’avvistamento di una balenottera all’interno del porto di Vibo Marina, il naturalista e responsabile del settore Conservazione del Wwf di Vibo Valentia Pino Paolillo interviene per alcune precisazioni in merito all’identità della specie. «Non si tratta di “Balenottera minore” (Balaenoptera acutorostrata), ma si è trattato bensì di un giovane individuo di “Balenottera comune” (Balaenoptera physalus). La presenza della “minore”, pur essendo stata accertata nel Mediterraneo, è del tutto sporadica, legata all’ introduzione occasionale di individui attraverso lo Stretto di Gibilterra, ma non esistono popolazioni stabili nel “Mare Nostrum“, a differenza della più grande e diffusa Balenottera comune. Evidentemente le dimensioni relativamente piccole dell’individuo osservato a Vibo Marina (stimate intorno agli otto metri) hanno tratto in inganno, considerato che gli individui adulti della Balenottera comune possono raggiungere i 24 metri di lunghezza per 50 tonnellate di peso. I video in circolazione mostrano però le due caratteristiche principali che distinguono le due specie: la mancanza di una evidente macchia bianca sulla parte superiore delle pinne pettorali – che invece è diagnostica nelle popolazioni dell’emisfero settentrionale della “minore” – e il colore bianco della regione mandibolare destra, tipica della “comune”». L’esperto del Wwf spiega poi che «l’avvistamento di Balenottere comuni nello stesso porto di Vibo Marina non è un fatto del tutto eccezionale: ricordo benissimo il cucciolo di Balenottera di circa sei metri (tali sono le dimensioni alla nascita del balenottero), che il 24 novembre del 1986, seguì per un lungo tragitto la petroliera “Isola Rossa” fin dentro il porto e che le girò attorno per una intera notte e fino al mattino, segno evidente che aveva scambiato il natante per… la mamma! L’episodio seguì di soli due mesi (20 settembre 1986) il drammatico spiaggiamento di una giovane femmina di Balenottera di 9,30 metri nella baia della Seggiola di Pizzo e il cui corpo venne poi seppellito nei pressi della foce del fiume Angitola. Da allora ho avuto modo di documentare numerosi avvistamenti e spiaggiamenti di Balenottere comuni – e di altri cetacei -, come corrispondente di zona per la Calabria del Centro Studi Cetacei, dapprima coordinato dal dottor Giuseppe Notarbartolo di Sciara, a cui succedette il compianto dottor Luigi Cagnolaro, direttore del Museo Civico di Scienze Naturali di Milano, “padre” della cetologia italiana. Diverse di queste segnalazioni, a parte quelle relative ai giganti marini finiti miseramente nelle reti “spadare”, riguardarono proprio individui di Balenottera comune in transito nel Golfo di sant’Eufemia, di cui alcuni finiti all’interno dello stesso porto o nelle acque antistanti (fino a un gruppo di sei individui la mattina del 21 agosto del 1997). In altri casi si osservarono dei comportamenti anomali di individui che per giorni fecero la spola tra Pizzo e Vibo Marina, fino a entrare nel porto, come avvenne ad esempio il 6 ottobre del 2007 (un episodio analogo sul quale intervenimmo si era verificato anni prima tra Gioia Tauro e Palmi)». Paolillo, infine, si augura che «la Balenottera di Vibo Marina abbia ripreso il largo senza problemi e che possa continuare per molti anni ancora a vagabondare nei nostri mari».
Fonte: ilVibonese