Buone prassi e nuovo welfare, la realtà dell’ambito territoriale sociale di Cirò Marina

Riceviamo e pubblichiamo

Cirò Marina – Un lungo lavoro preparatorio, un impegno costante avviato sin dal 2018, oggi ha fatto sì che l’ambito di Cirò Marina per quanto attiene i servizi sociali integrati, guidati dalla responsabile del settore, Maria Natalina Ferrari, potesse essere additata ad esempio per tutta la regione e non solo, quale modello di efficienza e organizzazione. Il riconoscimento per quanto fatto è avvenuto nella mattinata di oggi, presso il salone Comunale, alla presenza dell’assessore regionale al Welfare e trasporti, Emma Staine, di S.E. il prefetto, Franca Ferraro e dello stesso Sindaco e presidente della provincia, Sergio Ferrari. “Buone prassi e nuovo welfare, la realtà dell’ambito territoriale sociale di Cirò Marina”, questo il titolo dell’incontro avvenuto alla presenza anche del presidente regionale dell’ordine degli Assistenti sociali, Danilo Ferraro, di Lucio Cosentino in rappresentanza del commissario straordinario dell’Asp di Crotone, Carbone, autorità militari e molti rappresentanti del mondo associazionistico e del Terzo settore più in generale. A fare da sottofondo all’incontro, forse la notizia più importante per il nostro ambito sociale, comunicata dallo stesso Sindaco e dalla responsabile dei servizi sociali di Cirò Marina, Maria Natalina Ferrari, la stabilizzazione, dopo alcuni anni di impegno costante e professionalità di tutta l’equipe multidisciplinare che dal prossimo primo luglio saranno in pianta organica all’Ente. Un equipe che in questi anni ha creato intorno al disagio dei singoli cittadini delle famiglie e dei meno abbienti oltre che disabili, una vera rete di sostegno che prevede  la presenza di assistenti sociali, psicologhi, educatori, psicologhi terapeutici, mediatori culturali. Un esempio di impegno virtuoso che in questi primi anni ha affrontato il grande problema della pandemia   e dei tanti immigrati provenienti da oltre mediterraneo o profughi dall’Ucraina, oltre le problematiche sociali esistenti nel nostro territorio. Un territorio composto da 11 comuni, alcuni dei quali presenti all’incontro con i loro Sindaci, Lorecchio, Falbo, Sculco, Librandi, solo per citarne alcuni. Una presentazione dell’ambito che lavorando quotidianamente, ha messo aa terra un articolato piano di zona, uno dei pochissimi, approvato dalla Regione Calabria che segna, ci si augura uno spartiacque con le vecchie logiche clientelari e che ha messo al centro, come affermato da S.E. il Prefetto, il cittadino, la famiglia,  che vivono reali e concrete situazioni di disagio, sociale, economico, psicologico. Un piano di zona che lamenta un ritardo quasi ventennale e che avrebbe dovuto vedere la luce  dopo la legge nazionale 328 del 2000, ma che solo da pochi anni ha finalmente  partorito il nuovo piano regionale delle Politiche sociali, un documento di programmazione che definisce obiettivi, procedure, tempi e modalità per la costruzione del sistema regionale di interventi e servizi sociali del prossimo triennio, nel rispetto dei principi e delle regole definite dalla legge regionale n.23 del 2003 e dal suo regolamento di attuazione. Rispetto a questo i comuni calabresi sono stati chiamati ad approvare i rispettivi Piani Sociali di Zona, ossia gli strumenti della programmazione locale dei servizi, nei quali saranno indicati gli obiettivi specifici di consolidamento e di sviluppo del sistema locale di welfare. Come è ormai noto la riforma dei servizi sociali avviata nel nostro Paese con l’approvazione della sopracitata legge quadro 328 del 2000 tende a costruire un sistema di welfare a responsabilità condivise nel quale, nel rispetto delle competenze e dei ruoli attribuiti, ciascun attore sociale – pubblico o privato che sia – è chiamato ad esprimere il proprio diritto/dovere di partecipazione, al fine di contribuire alla crescita del sistema dei servizi e alla tutela dei diritti sociali delle persone, con particolare riferimento a quelle che si trovano in condizione di disagio e di fragilità. Rispetto a queste linee guida, come dicevamo,  l’ambito di Cirò Marina, ha definito il suo Piano Sociale di Zona. Un evento storico per la città ed il suo territorio racchiuso in un unico ambito. Per farlo, come è stato detto nei vari interventi, la linea scelta è stata quella della condivisione. L’ente infatti ha aperto le porte al contributo fondamentale di chi giornalmente affronta i tanti disagi sociali: terzo settore, Asp, cooperative, associazioni, famiglie etc. L’altissima partecipazione di tutti i Sindaci, il serrato confronto e l’acquisizione dei vari input sono state le basi per la co-costruzione del piano che, come ha ribadito la responsabile dei servizi sociali, deve svilupparsi attraverso tavoli tematici ed incontri costanti. Proprio per questo ha aggiunto la Ferrari,  si è deciso di lasciare il Piano di Zona aperto, ossia un piano “work in progress” che nel triennio possa essere modificato attraverso le valutazioni ed i riscontri che si avranno. A tale scopo, l’impegno è quello di volere istituire  tavoli tematici in modalità permanente affinché il rapporto di collaborazione tra Comune e soggetti territoriali  sia costante e produttivo nel tempo. Questo tipo di risultati non si ottengono senza una squadra affiatata che ne condivide spirito ed obiettivi, ed è stato per questo che è stata data parola a molti componenti l’equipe multidisciplinare dell’ambito laddove ognuno per la propria professionalità e competenza ha spiegato e illustrato il tipo di approccio e di intervento svolto nel nostro ambito, come Maria Francesca Quattromani, Susy Trifino, Roberta Murano, Pamela Liotti, Isabella Cavallaro, Massimiliano Dima e infine alla mediatrice culturale, Barbara Macalakova, per citare solo quelli intervenuti,  tutti ringraziati dallo stesso Sindaco e dalla propria responsabile e guida  per il grande  lavoro svolto unitamente ai membri dell’ufficio di piano e  i dipendenti del settore. L’intervento dell’assessore regionale, Emma Staine ha poi concluso di lavori dando merito al nostro ambito che rappresenta sicuramente un modello da seguire, spiegando le difficoltà burocratiche e anche la sua visione politica avendo accennato all’autonomia, differenziata, laddove legge una nuova possibilità per la Calabria di scrollarsi da dosso l’epiteto di cenerentola in ambito sociale. Intervento che ha sollecitato tra il pubblico presente, Don Antonio Mazzone, in qualità di presidente dell’Associazione “Restituire l’Infanzia”, a sottolineare i guasti, come ha affermato,   della legge 503/2019, legge che  attiene le   “Procedure di Autorizzazione, Accreditamento e Vigilanza delle Strutture a ciclo residenziale e semi residenziale socio assistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”, segnalazione che, ha ribadito l’assessore Staine, è sotto la lente d’ingrandimento della Giunta Regionale e che sarà sicuramente rivista e modificata, in quanto come ha detto “legge abominio”. Per concludere,  un ufficio di piano che  in forza del gruppo multidisciplinare stabilizzato, possa assicurare alle persone ed alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali anche al fine di eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, bisogno e disagio individuale e familiare derivanti da inadeguatezza del reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia. Obiettivi che solo un lavoro sinergico fra Istituzioni, Associazionismo, Terzo settore e società civile, potrà compiutamente raggiungere.

Oscare Grisolia

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