CALABRIA
Il fallimento dei fondi europei in Calabria La Regione prova a invertire la tendenzaStatale 106, area centro-meridionale «senza programmazione»
Francesco RanieriCatanzaro
Stati e Regioni in Europa hanno cambiato volto grazie ai fondi Ue. La Calabria, nonostante i fiumi di denaro, ha invece continuato a segnare il passo, rimanendo agli ultimi posti delle classifiche economiche e continuando a mostrare debolezza pressoché in tutti i campi. Un quadro che potrebbe non apparire realistico tanto va a scontrarsi con le teorie economiche che evidentemente non riescono a trovare dimostrazione tra lo Stretto e il Pollino. Oggi la Cittadella è chiamata a cancellare una storia di inefficienze e scarsa dimestichezza con la gestione delle risorse europee. E un primo assaggio di quello che potrebbe essere arriverà dalla due giorni in programma mercoledì e giovedì prossimi nella sede della Giunta regionale, dove si terrà il Partenariato istituzionale e socioeconomico per l’evento “Il futuro è Calabria – 2021-2027 scenari e modelli”, con il quale l’amministrazione regionale, guidata dal presidente Jole Santelli, intende avviare la concertazione per costruire il Programma operativo del prossimo ciclo di programmazione 2021-2027.
Ma qual è la situazione attuale della Calabria? Va detto che la precedente legislatura regionale, con l’amministrazione guidata da Mario Oliverio, ha smosso le acque stantie dell’utilizzo dei fondi europei, anche se probabilmente i calabresi non se ne sono accorti. Il problema è proprio qui, è come se ci fosse una frattura tra la programmazione e l’utilizzo delle risorse e gli effetti per i cittadini. Non tanto sui singoli casi che, pure, ci sono. A mancare è l’effetto sistema. Giusto un anno fa, infatti, il punto sui fondi Por 2014-2020 ha mostrato una Calabria capace di uno slancio, col recupero di due anni di ritardo accumulati sul Por 2007-2013. L’ex vicepresidente Franco Russo lo aveva detto a chiare lettere: «La spesa certificata supera gli obiettivi di 57 milioni di euro, sfiorando i 420 milioni, il 116% rispetto al target previsto». L’anno scorso si era dunque a quota 1,7 miliardi di euro per l’importo pubblico ammesso (71,5%), pagamenti a quota 468 mln (19,7), spesa certificata per 436 mln (18,4). Numeri che avevano portato la Calabria al primo posto al Sud per spesa certificata, addirittura tra le prime tre in Italia. Ma al di là dei pur apprezzabili sforzi, rimane il problema dell’effetto complessivo sul “sistema Calabria”, probabilmente a causa di incrostazioni – burocrazia, competenze, programmazione, isolamento – che ancora si fatica a eliminare.
Ora, dunque, si può aprire un’altra partita e Santelli ne è ben conscia: «I fondi comunitari rivestono un ruolo fondamentale e di sostegno per lo sviluppo del territorio e la fase di ascolto e di consultazione che avviamo – spiega – è un momento cruciale della strategia attuativa del “Nuovo Progetto di Calabria” che la Giunta ha immaginato. Abbiamo davanti una straordinaria occasione di rilancio, – aggiunge – intendiamo interpretarla con grande responsabilità per consegnare una programmazione aderente ai bisogni del territorio. Nessuno dovrà rimanere indietro, né rimanere inascoltato».
Allegato:
Catanzaro
Un quadro preoccupante, frutto evidente di un’assenza di attenzione durata anni verso l’area Jonica centrale della Calabria. È quanto emerge dall’esito del recente incontro che l’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo ha avuto con il viceministro Vincenzo Cancelleri nella sede del Mit, dove hanno fatto il punto sulle criticità del sistema infrastrutturale calabrese mettendo in evidenza gli interventi necessari. Strade e ferrovie, dunque, al centro del confronto, ma a risaltare è stata in particolare la discussione sulla Statale 106 Jonica e sull’importanza di completarne il nuovo tracciato, attualmente suddiviso in tronconi che in effetti non collegano l’intero territorio calabrese ma solo alcuni tratti. In sostanza dall’incontro è venuto fuori quello che più volte è stato denunciato dalle colonne della Gazzetta del Sud: lo stallo esistente sulla fascia jonica centrale e meridionale, tra Catanzaro Lido e Roccella Jonica. Cancelleri e Catalfamo hanno infatti deciso di dare indirizzo ad Anas di dare priorità ad una serie di interventi tra i quali, appunto, la “verifica e adeguamento alle nuove normative e ai nuovi dati di traffico dei progetti dei Megalotti di collegamento Catanzaro Lido – Reggio Calabria con eventuale individuazione di soluzioni più sostenibili dal punto di vista tecnico, economico e ambientale”. Nella nota ufficiale dell’incontro è stato evidenziato proprio che “in merito a tale richiesta è emersa in tutta la sua gravità la totale assenza di interventi sull’intera area della fascia jonica centro meridionale, su cui in atto non risulta alcuna programmazione”. Un’affermazione che indica quello che rappresenta un “vuoto” nella cartina geografica della Calabria, con un intero territorio abbandonato a se stesso dove anche le voci istituzionali evidentemente stentano a farsi sentire. Del resto anche nell’allegato Infrastrutture al Def di quest’anno, varaton appena qualche settimana fa, si parla solo del terzo Megalotto Sibari-Roseto Capo Spulico per circa 38 chilometri; l’altro tratto sul quale si sta dibattendo è quello dell’area crotonese ma da Squillace, nel Catanzarese, in giù fino a Roccella c’è un vuoto pneumatico. Tutto questo nonostante nello stesso allegato al Def si parli dell’itinerario della 106 non soltanto come “collegamento diretto tra Reggio Calabria e Taranto, ma anche una dorsale strategica della viabilità dell’Italia meridionale”. Meno male, insomma, che è una dorsale strategica, altrimenti chissà come sarebbe stata trattata.
Ora, dunque, si è messo in moto qualcosa e l’Anas ha ricevuto l’atteso atto d’indirizzo. Ovviamente i tempi non saranno brevi, ma avere una prospettiva e un impegno istituzionale dà già qualche risposta, seppure minima, ai territori dello Jonio catanzarese e reggino penalizzati da una gravissima carenza infrastrutturale.
fr.ra.
Il programmadella due giorni
Mercoledì la Regione presenterà direttrici e ambiti di intervento della cornice programmatica delle risorse comunitarie, con la deputazione calabrese, i consiglieri regionali, sindaci e dirigenti regionali. Giovedì sarà istituito il Tavolo partenariale con la rappresentanza istituzionale, economica e sociale in sette sessioni tematiche: cinque legate agli obiettivi delle politiche di coesione e due di carattere trasversale. Ogni tavolo sarà coordinato dall’assessore regionale di riferimento.