CALABRIA – SOLIDARIETA’ – La Calabria è ultima in Italia per investimenti e la programmazione è ferma.
Settore socio-assistenziale fermo al palo.
Le associazioni del comparto chiedono a Olivierio un incontro entro sette giorni.
CATANZARO – “Discutere della grave condizione del settore socio-assistenziale e dare voce a tutte le persone e le realtà che in questo momento soffrono gravi condizioni di disagio”. E’ quanto chiedono le associazioni Uneba, Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Legacoop sociali e Terzo settore in una lettera aperta al presidente della Regione, Mario Oliverio attraverso la quale chiedono una convocazione in tempi brevi. “Nonostante le quotidiane affermazioni che sottolineano l’importanza di dare forza alle politiche sociali in Calabria per contrastare efficacemente il degrado, l’ultima in tal senso è del Presidente della Repubblica Mattarella lo scorso 21 Marzo a Locri – è detto nel testo della lettera – la Regione Calabria, ultima in Italia, registra il più basso tasso di investimento nelle politiche per i più deboli. Le questioni aperte sono diverse e rischiano di mettere in ginocchio il welfare calabrese, con conseguenze nefaste per i diritti delle fasce più deboli. Le nostre associazioni, come certamente sa, hanno contribuito attraverso mesi e mesi di costante lavoro, al varo dei regolamenti attuativi della legge 23 del 2003. Lo abbiamo fatto con senso di responsabilità e convinzione, ritenendo di fondamentale importanza il superamento del vergognoso ritardo accumulato dalla Regione nel campo delle Politiche Sociali: 16 anni rispetto alla legge nazionale di riferimento e di 13 anni da quella regionale, fino ad oggi applicata”.
“Riteniamo che questa situazione – riporta ancora il testo – non possa più essere tollerata, anche perchè si sta concretamente rischiando di dover restituire al mittente la dotazione finanziaria a copertura, fra l’altro, dei piani di Azione e coesione per minori ad anziani. Ad oggi non abbiamo notizie circa i pagamenti delle spettanze ancora dovute alle strutture che erogano servizi sociali, in alcuni casi risalenti addirittura al 2014-2015. Le convenzioni sono scadute ormai da tempo e regna un regime di incertezza e precarietà che rende impossibile programmare qualsiasi futuro. TUtte problematiche rispetto le quali è necessaria una risposta chiara, e non meramente “politica considerando che al momento la fase di stallo, acuita dalle frizioni non certo facilitanti cui assistiamo tra la parte politica e quella tecnica del Dipartimento Politiche Sociali, rischia di portare nel baratro l’intero sistema di welfare regionale. Desideriamo essere attori consapevoli e responsabili di un welfare che dia dignità ai cittadini calabresi, ma non vogliamo essere corresponsabili del definitivo fallimento del già fragile welfare calabrese. E’ per questo – sottolineano le associazioni – che attendiamo fiduciosi di essere convocati entro i prossimi 7 giorni. Viceversa l’unica alternativa sarà quella di dare voce, nei modi che riterremo opportuni, a tutte le persone e le realtà che in questo a momento soffrono gravi condizioni di disagio”.
Fonte: Il Quotidiano del Sud.