Da anni l’A.P.E. Onlus – Associazione Progetto Endometriosi (www.apeonlus.com) un gruppo di donne affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno, conforto e aiuto – è impegnata in un’importante campagna di sensibilizzazione sull’endometriosi, malattia cronica e dolorosa che affligge in Italia oltre 3 milioni di donne in età fertile e nel mondo circa 150 milioni.
Per la prima volta a Catanzaro, l’ A.P.E Onlus organizza, con il Patrocinio della Provincia di Catanzaro, presso la Sala del Consiglio della Provincia di Catanzaro, in Piazza L. Rossi 1, per venerdì 13 novembre alle 16.00, una conferenza pubblica dal titolo: “ Endometriosi: conoscerla, riconoscerla e affrontarla”.
Relatori della conferenza saranno: la Dr.ssa Anastasia Ussia, Responsabile del Gruppo Italo Belga per l’Endometriosi e la Chirurgia laparoscopica pelvica avanzata della Clinica Villa Rosario di Roma; la Dr.ssa Antonella Nesticò, Psicologa e Psico – Oncologa di area oncologica (S.I.PO. Calabria); la Dr.ssa Roberta Crescenzo, Biologa nutrizionista presso l’Istituto di Ricerca Italsistemi Srl di Crotone; il Consigliere Regionale della Calabria Giuseppe Giudiceandrea, che interverrà sulla Proposta di legge recante “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi ed istituzione del registro regionale”. Presenterà l’associazione e le sue attività Daniela Mauro, Referente dell’A.P.E. Onlus per la Calabria.
L’incontro, gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, servirà ad approfondire le tematiche legate a una patologia ancora poco conosciuta.
Per informazioni: catanzaro@apeonlus.com
A.P.E. ONLUS è un’associazione senza scopo di lucro che nasce nell’ottobre del 2005 su iniziativa di un gruppo di donne, con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle o con storie di volontariato attivo in altre realtà. Dal 6 aprile la presidente è Annalisa Frassineti, del gruppo Forlì – Cesena – Ravenna. L’obiettivo principale di A.P.E. Onlus è quello di diramare notizie e informazioni sulla malattia così diffusa, ma così poco conosciuta. Attraverso il racconto di esperienze e testimonianze si vuole porre una crescente attenzione verso una patologia di cui gli stessi specialisti sovente sottovalutano le diverse implicazioni. Creare una rete di collegamento con altre associazioni per ottenere diritti e riconoscimento da parte delle strutture pubbliche e della legislazione per campagne di sensibilizzazione tra le donne, in consultori e presso i medici di base.
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