La storia si è materializzata davanti agli occhi dei ragazzi de “La Casa di Nilla” che hanno fatto visita all’area archeologica di Tiriolo. Un archeologo in carne ed ossa – al secolo Ricardo Stocco – ed uno stuolo di operai a lavoro hanno accolto i ragazzi della prima delle strutture per minori, con storie difficili alle spalle, che ha aderito alla proposta avanzata dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria (nella persona di Giovanna Verbicaro, Funzionario responsabile di zona) e dal Comune di Tiriolo. L’apertura del cantiere anche ad istituti che ospitano minori, e non solo alle scuole, ha di certo conferito una chiara valenza sociale al progetto di scavo che si sta portando avanti nell’ormai ex campo sportivo di Tiriolo.
La visita dei ragazzi, di età diverse (accompagnati dagli educatori Anna Gatto, Fabio Sabatino, Miranda Grillo e Roberta Calaminici), è stata anche salutata da una tregua dalla pioggia, che ha permesso di percorrere un viaggio indietro nel tempo, tra i resti di una vasta area abitata, tra la fine del IV e del III terzo secolo a. C., dal popolo dei Brettii, di cui l’antica Tiriolo deve aver rappresentato la roccaforte a dominio della via istmica che congiunge le due coste calabresi, dallo Ionio al Tirreno.
Dal 1988, ovvero da quando una ruspa al lavoro nell’area, per risolvere problemi legati al drenaggio delle acque meteoriche, ha rivelato per pura casualità l’esistenza di una città sepolta, gli scavi stanno riportando alla luce tracce di vita finora solo intuite, ma non verificate approfonditamente con ricerche e lavori di scavo, dalla portata storico-culturale ineguagliabile. Per i ragazzi, quindi, l’emozione di prendere parte a qualcosa che ancora non è contemplato sui libri di storia, ma che merita di avere il suo spazio, si è manifestata attraverso una serie di domande che hanno ricevuto risposta immediata dal bravo archeologo. Su tutte, la preoccupazione che l’interruzione – ormai a breve – dei lavori di scavo (condotti dalla ditta Isa Restauri Srl), a causa dell’esaurimento dei fondi europei impiegati, possa pregiudicare la fruibilità di quello che il Sindaco Giuseppe Lucente ha definito come il “primo scavo scientifico” della zona, si è palesata anche fra i più piccoli.
L’area del vecchio campo sportivo, infatti, è alquanto vasta, e ci vorranno anni per scavarla tutta: ma l’archeologo Stocco ha dato rassicurazioni a riguardo, rimarcando che il sito resterà visitabile tutto l’anno assieme all’Antiquarium che, alle spalle dell’area, offre solo una piccola parte di quanto Tiriolo ha finora restituito negli anni. All’interno dello spazio espositivo, infatti, sono contenuti i reperti rinvenuti nell’intero territorio tiriolese. E con la mente ancora rivolta agli scavi, i ragazzi hanno potuto ammirare i monili, le monete, gli elmi e la tavola dei Baccanali che, in silenzio, fanno mostra di sé: sul “pezzo forte” dell’intera collezione, rappresentato dalla tomba monumentale di Castaneto, si è concentrata la parte finale della visita, guidata dallo stesso Sindaco Lucente, che ha ammesso di confidare nel reperimento di altre risorse da parte della Soprintendenza per il prosieguo dei lavori.
Ma è stato l’impatto con la terra, da cui riaffiorano continuamente cocci e mattoni, che i ragazzi si porteranno dietro a ricordo di un pomeriggio apparentemente qualunque, di un martedì come tanti: alle spalle del monte Gianmartino, c’è infatti un’area che sta prendendo forma e che attende di essere svelata ed ammirata. Ed i ragazzi de La Casa di Nilla possono dire di essere stati tra i primi ad averla vista, in maniera inusuale e “viva”, toccando con mano e annusando il profumo delle zolle di terra che sanno di storia.
Ufficio stampa CSV Catanzaro