CATANZAROTerzo settore senza sostegno Rette non pagate da 7 mesi

CATANZARO

Terzo settore senza sostegno Rette non pagate da 7 mesi

Penalizzante il rimpallo tra Regione e Comuni
La riforma del welfare non è ancora stata portata a termine Il portavoce Pensabene ufficializza la diffida

Sette mesi senza rette e il Terzo settore calabrese suona la sveglia alle istituzioni. Stato di agitazione proclamato e lo strappo si consuma trasformando l’estate in una stagione rovente per minori, anziani, famiglie, disabili e poveri. Di certo c’è che il Forum è sceso in campo senza remore con una presa di posizione messa nero su bianco dal portavoce Giovanni Pensabene che descrive un settore costretto a operare in «una situazione catastrofica».

Nel mirino finiscono presunti rimpalli di responsabilità tra Comuni capi ambito e Regione. Sullo sfondo una legge di 20 anni fa pare mai davvero applicata e l’urgenza di voltare pagina rispetto a una «situazione di stallo che costringe chi ha bisogno a patire la colpevole disattenzione di chi dovrebbe farsi carico della loro fragilità». Il terzo settore, insomma, non fa sconti e mette a nudo quella che Pensabene bolla come «immorale situazione che impoverisce anche i lavoratrici del settore». E sì, in ballo c’è anche la sopravvivenza di chi di tutto ciò vive e il Terzo settore calabrese incrocia le esigenze di lavoratori e assistiti per invocare l’attuazione di una riforma del welfare approvata, ma mai davvero attuata e le proteste piovono su quei Comuni che – il portavoce del Forum non ha dubbi – «non hanno responsabilmente utilizzato tempo e risorse per adeguarsi».

Le criticità del settore anzi finiscono per riportare alla ribalta l’annosa questione, tutta calabrese, dei fondi non spesi, restituiti al mittente o accantonati a tutto svantaggio di servizi che aspettano di essere erogati. E alle teorie dei dubbi di natura tecnico-giuridica da chiarire Giovanni Pensabene sembra non credere al punto che prova a ribaltare il banco facendo emergere l’eccezione di «alcuni Comuni virtuosi che stanno procedendo con celerità e senso di responsabilità per superare lo stallo e pervenire alla firma delle convenzioni». Regola confermata, dunque, e sulla testa dei «Comuni attendisti» piove la diffida attraverso la quale il Forum del Terzo settore lancia una sorta di conto alla rovescia scaduto il quale scatteranno «denunce per mancata tutela delle fasce più fragili». La questione, dunque, potrebbe finire al vaglio della magistratura. Altro che abbassamento delle rette, il gap tra i 31 euro della spesa sociale pro-capite in Calabria rispetto alla media nazionale che fa segnare 120 euro apre le ostilità in una regione – Pensabene non perde l’occasione per ricordarlo – dove più alto è il tasso di povertà». E le stoccate non mancano al punto che quella per il sociale diventa una lotta di classe da giocare tra e poveri e politici accusati di aver «trovato i fondi per i vitalizi».

an.sc.

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