Il Centro Clinico “San Vitaliano” è una struttura di eccellenza nel meridione d’Italia per il trattamento delle malattie neuromuscolari. Grazie alla convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, garantisce quindici posti letto per pazienti affetti da Sla, distrofia muscolare e sclerosi multipla, ed è accreditata come centro di riabilitazione estensiva. Qui i pazienti ricoverati e le loro famiglie trovano le cure più adeguate, ma soprattutto una grande disponibilità, da parte del personale medico ed assistenziale, che va ben oltre la professionalità di sicuro elevata: nel quartiere Mater Domini di Catanzaro, in quella che un tempo era Villa Puca, il Centro Clinico di portata regionale – dotato di diverse palestre per la riabilitazione e di attrezzature all’avanguardia per le attività respiratorie – assicura da circa tre anni ai pazienti i migliori trattamenti possibili, ed ha aperto le sue porte al mondo dell’associazionismo e della società civile per rendere più qualificanti i servizi offerti.
Presto, infatti, i degenti ed i loro familiari potranno contare sull’apporto umano e psicologico di volontari appartenenti ad associazioni che già svolgono le loro attività all’interno dell’ospedale, grazie all’intermediazione del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro.
Nell’incontro che il presidente e l’addetta stampa del CSV di Catanzaro, Mario Cortese e Benedetta Garofalo, hanno avuto con il direttore sanitario Giuseppe Mancuso (affiancato dal neurologo Francesco Morelli, dallo pneumologo Rosario Le Piane, dal direttore amministrativo Nando Mazza, dalla caposala Caterina Ester e da tutto il personale di infermieri e fisioterapisti specializzati) – alla presenza di Elena Sodano, presidente dell’associazione “Ragi” ed esperta di terapie espressivo-corporee, impegnata da tempo in struttura ad alleviare le sofferenze dei malati – si sono gettate le basi per un rapporto di collaborazione che si avvarrà del prezioso sostegno dei volontari, chiamati a rendere più sopportabile dal punto di vista emotivo l’accettazione della malattia.
Il conforto e la vicinanza, infatti, è ciò di cui hanno soprattutto più bisogno le persone affette da Sla, cerebralmente lucidissime ma ingabbiate in rigidi corpi che non avvertono più nemmeno la minima carezza. Anche l’utilizzo del lettore ottico, l’unico strumento che a loro permette di comunicare con l’esterno attraverso il semplice movimento degli occhi, si rivelerebbe inutile in assenza di persone disposte ad interagire: è dunque importante che i volontari ci siano, e che conoscano le loro storie per stabilire un contatto o anche solo per far sentire meno soli i familiari, che spesso abbandonano tutto per seguire i loro cari.
Il 15 novembre, intanto, il direttore Mancuso incontrerà i membri di “Ave-Ama” e la loro presidente Ninetta Cristallo per predisporre l’attività di volontariato socio-sanitario all’interno del Centro.