Sarà inaugurata giorno primo agosto presso l’ex COMAC di Soverato la mostra fotografica dal titolo “Scatti Umani” di Francesco Malavolta, un’iniziativa che si inserisce nel programma della giornata organizzata dalla Fondazione Città Solidale onlus di Catanzaro e che affronterà il delicato argomento del pregiudizio e degli stereotipi. Francesco Malavolta è un fotogiornalista iscritto all’OdG della Calabria, impegnato da oltre vent’anni nella documentazione dei flussi migratori che interessano il nostro continente. Gli ultimi flussi sono stati segnati da un intensificarsi senza precedenti. Un lavoro svolto in un contesto spazio-temporale in costante mutamento che lo ha portato a viaggiare lungo i confini di un’Europa sempre più blindata e difficile da raggiungere via terra o via mare. Malavolta da 9 anni collabora con la Comunità Europea, con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, con varie agenzie di stampa internazionale, come Associated Press, nonché organizzazioni internazionali quali UNHCR e OIM. Il suo lavoro è contraddistinto dalle emozioni impresse nella pellicola che il fotografo ha sapientemente immortalato, facendo emergere la drammaticità che vivono migliaia di persone ogni anno durante i “Viaggi della speranza”. Immagini che molte volte vedono come protagonisti i bambini e minori, anche loro vittime di guerre e di situazioni di marginalità estrema. Dalle parole di Malavolta emerge la passione per il lavoro che svolge: “L’incontro con la fotografia è stato casuale. Potremmo dire che sia stata lei a scegliere me. Da sempre sono stato appassionato di immagine in senso lato, ma non avevo sviluppato una vera consapevolezza oltre la passione. Poi, un giorno, la fotografia è entrata a far parte della mia vita, trasformandosi in un lavoro … I miei scatti recano testimonianza delle migrazioni e del loro evolversi, concentrandosi sui loro protagonisti. Ogni scatto, un racconto”. Un racconto che Fondazione Città Solidale ha voluto abbracciare, non solo come strumento di sensibilizzazione ma anche come testimonianza di quello che vivono molte volte gli ospiti delle strutture di accoglienza ed in particolare dei SAI (Sistema di Accoglienza Integrato) che vengono gestiti dalla stessa onlus nel territorio calabrese.
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