Come la scrittura può diventare terapia

Gregorio Corasaniti Rossella Manfredi Sonia Graziano Domenico Dara

“Il vento scorre” è il titolo del libro elaborato nell’ambito delle attività riabilitative del Centro di salute mentale di Lamezia Terme, presentato al pubblico, nel Palazzo Nicotera di Lamezia Terme, per spiegare gli aspetti terapeutici della scrittura nei pazienti in cura.
Il volume contiene i racconti di alcune donne che hanno preso parte alle attività del Laboratorio di scrittura creativa che il CSM, diretto da Rosina Manfredi, ha avviato da qualche anno, con la responsabilità di Sonia Graziano, nella consapevolezza che la scrittura è sempre stata considerata una forma di cura utile per comunicare emozioni e tensioni, uno strumento prezioso per uscire dal guscio dell’isolamento che imprigiona spesso i pazienti psichiatrici.

In questa ottica è nato il Progetto Riabilitativo “Il Racconto che cura” con l’obiettivo di valorizzare la parte sana presente, di incrementare il senso di fiducia e l’autostima, una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie possibilità e di migliorare le relazioni sociali.
Il lavoro realizzato dagli operatori del CSM ha ricevuto gli apprezzamenti del Direttore generale dell’ASP di Catanzaro, Giuseppe Perri, il quale, nel sottolineare l’importanza delle attività che vengono svolte nella struttura, ha annunciato che presto si procederà a creare un nuovo CSM dove è ubicato il vecchio ospedale”.
Il libro è stato presentato da Sonia Graziano, che ha sottolineato l’utilità di “tenere attiva” la mente elaborando testi e racconti, “una maniera efficace per togliere dall’isolamento un paziente affetto dalla malattia mentale”. “Il nostro obiettivo principale – ha spiegato – era quello di raccontare di noi, non quello di scrivere un libro, ma il racconto ci fa narrare la nostra vera vita riportando dolori e sofferenze ma con sincerità, senza farci mentire. Pertanto abbiamo deciso di raccogliere tutti i racconti, sedici, in un’unica raccolta dove sono protagoniste alcune donne: Lara, Lisa, Giulia, Irene, Eva… che insieme, formando un gruppo, si raccontano narrando le loro fantasie, i loro dolori, le loro passioni”.
L’evento ha offerto l’opportunità di evidenziare la validità della scrittura terapeutica e far conoscere i percorsi riabilitativi messi in atto dal CSM, ad illustrarli Rosina Manfredi che ha evidenziato come le attività teatrali, i laboratori di scrittura e di disegno, siano strumenti idonei a fare uscire i pazienti dal loro stato di estraneità e isolamento.

“La scrittura diventa terapia perché offre la coerenza narrativa – ha dichiarato lo scrittore Domenico Dara -, un filo rosso che dà un senso e un ordine al racconto, un filo come quello di Arianna e Teseo che ci permette di fuggire dal labirinto. Ogni vita merita di essere raccontata perché ogni vita ha una sua vicissitudine da rivelare che sia, in casi come questi, di dolore o di sofferenza e in tutte queste narrazioni è presente una vera letteratura”.
In sostituzione di Riccardo Fatarella, Direttore generale Dipartimento salute e politiche sanitarie Regione Calabria, è intervenuto Armando Pagliaro, il quale ha espresso apprezzamenti per il libro che ha saputo entrare nel merito del problema. “Gli scritti devono essere visti come elementi atti a significare un bisogno di riflessione, dai quali – ha commentato il direttore del dipartimento salute mentale Gregorio Corasaniti – prendere spunto e sentirsi più coinvolti”.
Lodi per il lavoro svolto dal CSM sono state, inoltre, espresse da Serrao del Compasso, presidente del Lions Club Host di Lamezia e dalla neurologa Caterina Ermio. Per apprezzare l’operato delle dottoresse Graziano e Manfredi, il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, ha utilizzato il termine “meritorio”, cui ha poi aggiunto: “Facciamo scorrere questo vento rendendo questi scrittori protagonisti della storia e della loro vita”. La serata, che ha rappresentato la parte finale del progetto riabilitativo “Il Racconto che cura” durato tre anni, è stata arricchita anche dalla lettura di alcuni passi del libro e dalla melodia del violino di Alessio Durante.

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