“Scelte compromesse. Gli adolescenti in Italia, tra diritto alla scelta e povertà educativa minorile” è il nuovo report nazionale dell’Osservatorio #conibambini promosso da Openpolis e Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il rapporto è stato presentato questa mattina in diretta streaming. Di seguito un estratto del rapporto.
In Italia vivono 3 milioni di persone tra 14 e 19 anni. Se consideriamo la fascia di età che frequenta medie e superiori e limitandosi ai minori, sono 4 milioni i ragazzi di età compresa tra 11 e 17 anni. Si tratta di quasi la metà dei minori residenti in Italia (42%) e del 6,67% della popolazione italiana. Il report dell’Osservatorio indaga il fenomeno della povertà educativa legato a questa fascia di età.
L’adolescenza non è solo una fase di transizione tra infanzia e età adulta. È l’età in cui ragazze e ragazzi compiono molte delle decisioni che definiranno la loro vita successiva, a partire dalla scuola. È negli anni della preadolescenza, ad esempio, che deve essere presa una delle decisioni più importanti per il corso della vita successiva, quella del percorso di studi. Ed è a quell’età che emergono in modo forte i divari negli apprendimenti, troppo spesso collegati con l’origine sociale, e che avranno un’influenza nella successiva scelta di abbandonare la scuola. L’abbandono scolastico prima del tempo, più frequente dove ci sono fragilità sociali, è l’emblema di un diritto alla scelta che è stato compromesso. E spesso non è che la punta dell’iceberg: dietro ogni ragazzo e ragazza che lascia la scuola anzitempo ci sono tanti fallimenti educativi che non possono essere considerati solo problemi individuali o delle istituzioni scolastiche. Sono fallimenti per l’intera società nel preparare la prossima generazione di adulti.
I divari educativi molto spesso dipendono dalla condizione di partenza. Per troppe ragazze e ragazzi la scelta appare già vincolata: dove nasci, in che posto vivi, la condizione sociale della famiglia contribuiscono a determinare molti aspetti. Dall’origine sociale e familiare ai livelli negli apprendimenti; dalle prospettive nel territorio in cui si abita all’impatto dell’abbandono scolastico. Su questi fattori, purtroppo, l’emergenza Covid rischia di incidere in modo fortemente negativo. Nei mesi scorsi abbiamo potuto constatare le profonde disuguaglianze tra le famiglie con figli nella possibilità di adeguarsi ai ritmi e agli stili di vita imposti dalla pandemia.
Partiamo dall’istruzione. Tra gli alunni di terza media, all’ultimo anno prima della scelta dell’indirizzo da prendere, i divari sociali sono molto ampi. Chi ha alle spalle una famiglia con status socio-economico-culturale alto, nel 54% dei casi raggiunge risultati buoni o ottimi nelle prove di italiano. Per i loro coetanei più svantaggiati, nel 54% dei casi il risultato è insufficiente.
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